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Storia del Palio: i Capitani "imbattuti"


Storia del Palio: i Capitani
27/09/2016

Roberto Filiani ci racconta i condottieri imbattuti nella storia della Festa senese.

Qualora Gabriele Gragnoli, come previsto prima dello storico Cappotto, dovesse mantenere solo la carica di Priore della Lupa entrerebbe ulteriormente nella storia diventando il quarto capitano imbattuto dal 1900 ad oggi.

Va precisato, comunque, che nei secoli passati in molti riuscirono in questa impresa, ma abbiamo preferito limitare la ricerca agli ultimi centosedici anni in primis per l’incertezza di alcuni dati, spesso confusi o addirittura mancanti.

L’altro motivo è dovuto al fatto che sovente, in quasi tutte le contrade, i capitani venivano nominati Palio per Palio, con continui avvicendamenti e con altrettanto frequenti ritorni o alternanze.

Molto raramente si trovano capitani dalla lunga militanza anche perché non sempre questa carica era molto ambita per gli oneri economici che comportava quindi diventava quasi consuetudine che un capitano mollasse la carica dopo una vittoria.

Per questo del passato ricordiamo solo il caso del tartuchino Andrea Corsini che nel 1886 firmò il primo cappotto di Castelvecchio passando la mano dopo il doppio trionfo, imitato dopo centoventiquattro anni da Massimo Sportelli.

Il condottiero tartuchino con la splendida doppietta ottenuta il 2 luglio 2009 ed il 16 agosto 2010 decise l’anno dopo di passare la mano da imbattuto rimanendo così nella leggenda.

Andando a ritroso negli anni troviamo il civettino Rodolfo Angelucci che nel luglio 1934, nella sua unica esperienza, guidò la sua contrada a quella vittoria che mancava da ben quarantuno anni caratterizzati da tante amarezze e da una profonda crisi.

Il successo del Meloncino su Ruello fu probabilmente propiziato anche dal lavoro della dirigenza ocaiola, allettata dalla prospettiva di far prendere la cuffia alla Torre, erano gli anni del T.O.N.O. e la Civetta divenne la “prima punta” delle strategie paliesche incentrando su di sé molteplici interessi comuni che effettivamente portarono gli effetti sperati.

Particolare e curiosa la storia del Capitano del Leocorno Giovanni Tarquini, due presenze e due vittorie nel giro di poco più di un anno, luglio 1919 ed agosto 1920, risultati del tutto simili a quelli del citato Massimo Sportelli.

Il Tarquini oltre ad essere il Capitano facente funzioni era anche, dal 1901, il primo alfiere di piazza del Leocorno, tra i più apprezzati dell’epoca tanto da essere più volte citato sui quotidiani e da ricevere il quarto premio nel concorso organizzato per lo straordinario con gli scossi del 18 agosto 1907.

Tarquini era l’uomo di fiducia per gli affari di Palio del factotum lecaiolo Virgilio Grassi e per anni, sempre retribuito, essendo con tutta probabilità di origini montonaiole, svolse il ruolo di mangino.

Eletto ufficialmente come facente funzioni nel 1919 vinse entrambe le carriere in cui rivestì la carica di Capitano: nel luglio 1919 con Cispa sulla Giacca e nell’agosto successivo con Rancani su Esperta.

La leggenda narra che il trionfo di Rancani non fu accolto con entusiasmo dalla dirigenza del Leocorno, già pesantemente esposta finanziariamente della vittoria del 1919, in particolare Virgilio Grassi apostrofò il fantino vittorioso con una frase rimasta nella storia “sciagurato che hai fatto?”.

Non è dato sapere se Giovanni Tarquini non fu più Capitano per quella situazione, di certo nel 1923 fu ufficialmente allontanato dalla Contrada di Pantaneto, insieme al fratello Roberto che da anni svolgeva il ruolo di barbaresco, in quanto il Seggio decise di non far ricoprire più incarichi a “quelle persone che abbiano relazioni con altre contrade”.

Per chiudere questa carrellata citiamo anche la Capitana del Drago Kinda Barzellotti che pur non essendo tra gli imbattuti vanta dei numeri che molto si avvicinano a questo prestigioso record.

Eletta nel 1962 rivestì la carica per quattro Palii non vincendo solo il primo disputato dal debuttante Acciuga sulla modesta Belinda, per il resto solo trionfi: nell’agosto 1962 con Canapetta su Beatrice, nel luglio seguente con Rondone su Zaffira ed infine dopo un anno con Peppinello su Arianna.

 

Roberto Filiani



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