"Onorava sempre il giubbetto".
Oggi ad Allumiere, in occasione della cerimonia di intitolazione della via ad Antonio Trinetti detto Canapetta, abbiamo avuto l'opportunità di parlare con Ettore Trinetti, uno dei figli del fantino scomparso nel 1992.
Ettore, quali emozioni provi nel vedere una via intitolata a tuo padre?
"E' un'emozione fortissima, sono molto contento. Dopo tanti anni la cosa era un pò caduta nel dimenticatoio però oggi è finalmente c'è stata questa inaugurazione. Per me è una grande emozione anche perché ormai da molti anni non abito più ad Allumiere. Pochi giorni fa sono venuto a Tolfa a vedere la Corsa del Drappo che era una delle sue corse preferite".
Che padre è stato Antonio Trinetti?
"Era un padre affettuoso e premuroso. La cosa principale per lui è stato insegnarmi il mestiere di fantino. Io poi per varie vicissitudini familiari non ho fatto il fantino però ti posso dire che i cavalli ce l'ho nel cuore e non ho assolutamente paura".
Tuo padre nella sua carriera ha vinto tre Palii ma a detta di tante persone avrebbe potuto vincere molto di più...
"Sicuramente, nella sua carriera è stato molto sfortunato e anche molto "contrastato" perché conoscevano tutti il suo valore, la sua grinta a cavallo e anche il suo voler onorare sempre il giubbetto delle contrade dove correva. Da quello che ricordo io sicuramente all'appello gli mancano 4 Palii che ha perso, sia per sfortuna, che per vari "boicottaggi" che ha subito".
Tuo padre è rimasto nell'immaginario del Palio anche per il suo stile di monta molto particolare con le gambe molto larghe...
"Dalle nostre parti si dice "a cianche larghe". Lui faceva quel tipo di corsa quando doveva far riposare le gambe in breve tempo per poterle poi bloccare al canape: lui era molto forte di cosce ma per quanto riguarda le ginocchia questo rientrava nella sua andatura. Io ero predisposto in maniera differente, lui mi aveva insegnato ad essere molto più resistente nella trattenuta sul dorso del cavallo perciò io tenevo le gambe più strette".
Con te parlava spesso di Palio?
"Mi ricordo che mi portava spesso con lui nelle contrade e nei suoi incontri di lavoro".
Togliendo quelle dove ha vinto (Chiocciola e Drago), quali sono le contrade a cui tuo padre era rimasto più legato?
"Sicuramente la Lupa e la Tartuca dove ha corso alcuni Palii ad inizio carriera. Aveva poi un legame forte con la Torre. Sicuramente, rispetto ad oggi , ai suoi tempi c'erano molti fantini più bravi rispetto ad oggi".
Qual'è il ricordo più bello legato a tuo padre della sua vita di fantino?
"Sicuramente è stato quando mi ha portato nella Stalla di una contrada dove ha dormito la sera prima di un Palio. E' stato bello perché lì ho visto davvero il legame forte tra l'uomo e il cavallo, sia prima che dopo il Palio".
Foto: www.ilpalio.org
