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Dario Vargiu: "Mi sarebbe piaciuto fare un giro in Piazza del Campo"


Dario Vargiu:
11/04/2020

"Vorrei vincere le Oaks e il Premio Lydia Tesio".

Dopo Frankie Dettori, Andrea Atzeni e Fabio Branca, abbiamo avuto il piacere e l'onore di intervistare un altro grandissimo jockey italiano: Dario Vargiu, classe 1976, che di recente ha superato le 3000 vittorie in carriera. E' l'unico fantino vivente insieme a Gianfranco Dettori (padre di Frankie) ad aver raggiunto questo prestigioso traguardo in carriera.

 

Dario, innanzitutto come è la tua giornata tipo in un periodo difficile come questo?

"Premetto che è un disastro indescrivibile, una situazione veramente surreale. Sembra di vivere uno di quei film in cui succede qualcosa di apocalittico. Per strada non c'è nessuno, sono tutti chiusi in casa. Io abito in provincia di Novara: qui la situazione non è catastrofica come in Lombardia ma anche nel novarese ci sono un sacco di casi. In questi giorni sto facendo le ore piccole perché capisci bene che stando in casa e non avendo niente da fare, devi crearti qualche svago. Io in casa ho il cavallo meccanico quindi un pò faccio quello, un pò seguo i miei figli poi fondamentalmente mangio e e dormo: è tutto abbastanza monotono".

 

La passione per i cavalli ce l'hai sempre avuta fin da piccolo o ti è venuta con il tempo?

"Io sono di Oristano dove abbiamo la Sartiglia che per noi è una tradizione molto sentita. Mi sono avvicinato ai cavalli e quando ero ragazzino ho partecipato alla Sartiglia: se non sbaglio ne ho fatte sei o sette. Da lì poi il patron del Giara Club di Oristano aveva delle conoscenze e quindi si iniziava a parlare di poter intraprendere la carriera da fantino. Da lì mi sono interessato ed è iniziato tutto. Sono partito da solo poi mi ha aiutato il mio grande amico Andrea Arbau che era già inserito nel mondo dell'ippica. Ho raggiunto lui e pian piano ho seguito la mia strada".

 

Hai avuto esperienze nei Palii in Sardegna?

"Sì, qualcuno ne ho fatto prima di partire e andare a fare il fantino. Non ne ho fatti tanti però qualcosina iniziavo a fare. Li ho fatti quando avevo 14-15 anni".

 

A differenza di Fabio Branca che ha al suo attivo una presenza alle Prove di Addestramento Mattutine nel 2008, tu non hai mai montato in Piazza del Campo...

"Sì è vero, mi sarebbe piaciuto, un pensiero ce l'ho fatto. Il Palio mi è sempre piaciuto e lo seguo con grandissimo interesse poi ho un bel rapporto con tutti i fantini che montano per il Palio. Mi ci sono avvicinato di più quando poi è arrivato Silvano Mulas; da lì ho iniziato a seguirlo più a 360 gradi. L'idea di fare anche solo un giro in Piazza del Campo mi avrebbe molto allettato solo che non volevo fare l'invadente e fare quello che andava a mettersi in mostra. L'idea l'ho un pò accantonata però mi piacerebbe molto provare".

 

Negli ultimi anni molti tuoi colleghi delle regolari come Gavino Sanna, Silvano Mulas, Angelo Citti si sono avvicinati al mondo delle corse a pelo: quante differenze ci sono tra i due mondi?

"Ce ne sono molte, proprio come impostazione da fantino: nel Palio si devono avere altre qualità rispetto alle regolari. Magari un fantino del Palio alle regolari non è alla mia altezza e viceversa io se montassi per il Palio non sarei alla loro altezza. Per correre il Palio ci vuole tantissimo allenamento e tanta dedizione. Allenamento e dedizione ci vogliono anche da noi ma nel Palio secondo me molto di più. Tanti miei colleghi si sono avvicinati al mondo del Palio perché lì c'è quell'atmosfera che nelle regolari manca. Qui siamo in piena crisi mentre nel Palio c'è una contrada intera che ti osanna: questo ti fa sentire bene ed è molto gratificante".

 

Quest'anno avresti dovuto montare i cavalli di Stefano Botti....

"Sì, io ho un contratto di prima monta con due proprietari di Stefano Botti mentre per le seconde monte sono con tutti gli effettivi di Stefano Botti. Abbiamo già saltato il "Premio Pisa": è molto frustante. Tutti noi fantini e anche gli allenatori stiamo aspettando i cavalli buoni di un certo livello, i rientri e gli avvicinamenti ai Gran Premi". 

 

Gli allenatori come stanno gestendo questo difficile momento?

"Io la mattina non sto lavorando, questo è uno stand by che non si sa quanto durerà. E' un momento di stasi magari poi diranno che il mese prossimo si potrà ricominciare a porte chiuse e quindi tu devi devi avere i cavalli pronti. Secondo me i cavalli stanno lavorando e non sono rallentati proprio perché adesso è il periodo clou che poi ci serve per fare bene tutta la stagione".

 

Tu recentemente hai raggiunto e superato quota 3000 vittorie in carriera: tra queste qual è quella che ricordi con maggior piacere?

"Io sono una persona a cui piace sempre vincere, se ti dicessi che tutte le vittorie sono belle sarebbe scontato. Se te ne dovessi dire una, ti direi la prima vittoria che ho fatto perché ci ho messo due anni prima di tagliare quel traguardo e ci ho sofferto parecchio. Se non sbaglio fu nel 1996 a Roma dove montai un cavallo della scuderia D'Onofrio. Quella vittoria mi è rimasta più impressa delle altre. Dopo ce ne sono state moltissime altre e ognuna mi ha regalato qualcosa".

 

Fabio Branca nella nostra intervista ha dichiarato che tu sei il suo avversario più "ostico": pensi lo stesso di lui?

"Sicuramente, io ho sempre detto che lui a differenza mia è un talento naturale. E' nato con questa dote che gli permette di fare bene questo lavoro. Io magari ho dovuto applicarmi un pò di più, l'attaccamento alla vittoria e "l'ignoranza" che ho nel voler vincere sempre sono proprio legati a questo. Penso veramente che lui sia il mio antagonista che mi dà più filo da torcere: quando è in giornata tira fuori sempre il coniglio dal cilindro. Fra noi comunque c'è molto rispetto e siamo molto amici: condividiamo molte amicizie comuni e abbiamo trascorso tante giornate insieme. Fondamentale ho un bel rapporto con tutti perché una volta chiusa la porta dell'ippodromo siamo tutti amici".

 

Secondo te quale è la caratteristica principale che un fantino deve avere per far rendere al meglio il cavallo che monta?

"Secondo me in primis il cavallo va disturbato il meno possibile. Fare molta pratica serve per avere quel qualcosa in più: è un mestiere che va molto "imparato" a meno che non nasci Fabio Branca e hai doti naturali. Senso dell'andatura, assetto e mente lucida: questi sono i tre aspetti fondamentali secondo me".

 

Per un fantino come te la preparazione atletica è importante?

"Io non faccio chissà che e non mi preparo facendo ginnastica anche perché abbiamo le corse tutti i giorni: più allenamento di questo secondo me non ci può essere. Quando siamo nel pieno dell'attività abbiamo libero solo il lunedì che in genere è il giorno in cui ti riposi. Sicuramente la preparazione atletica è importante però noi ci teniamo in forma così".

 

Tornando al Palio, quale è il fantino che ti piace di più tra quelli attuali ma non solo?

"Come ti ho detto prima li conosco un pò, forse gli unici due che conosco meno sono Jonatan Bartoletti e Luigi Bruschelli. Ultimamente, avendoci anche un ottimo rapporto, mi sono molto appassionato a Carlo Sanna: l'ho sempre visto molto determinato e molto bravo. Secondo me è un fantino che a pelo ci sa stare e ci sa fare. Non so se sia il più bravo però ultimamente da quando è uscito Silvano ho fatto il tifo per lui".

 

Tra i cavalli invece ce n'è uno che ti piacerebbe montare?

"Ti dico la verità: non li conosco tanti e alle regolari non monto i mezzosangue anglo-arabi come Fabio del resto. Ovviamente poi abbiamo dei vincoli legati ai contratti con le varie scuderie che vogliono meno rogne possibile. Forse quei cavalli sono un pò più di carattere dei nostri. Il purosangue sicuramente è molto più imponente anche se oggi ci sono alcuni mezzosangue che sono veramente enormi. Tra il purosangue e il mezzosangue la morfologia è molto differente poi in entrambe le categorie c'è sempre quello che si adatta meglio degli altri".

 

Hai qualche rimpianto per la tua carriera?

"Non tanti, forse qualche corsa lasciata per strada per sbagli legati alle scelte. Noi siamo sempre sottoposti a "scelte lampo" che una voglia sbagliate ti fanno perdere la corsa. Non rimpiango il fatto di non essere andato all'estero come Fabio. Io e lui siamo due privilegiati fondamentalmente perché qua abbiamo una posizione, delle scuderie e dei contratti. Vista la crisi che stiamo vivendo, rispetto agli altri forse siamo quelli che riescono a tirare meglio avanti. Ho avuto offerte per andare dall'estero ma sono sempre voluto rimanere qua anche perché ho famiglia e portare tutti all'estero sarebbe forse più traumatico per loro che per me.  Ad un certo punto ho dovuto fare una scelta di vita". 

 

La tua carriera è stata lunga e costellata di grandi vittorie ma c'è una corsa che non hai mai vinto e che vorresti vincere in futuro?

 "Ce ne sono diverse ad esempio non ho mai vinto le Oaks. Ho avuto delle opportunità per poterla vincere ma mi è sempre andata male per tatticismi o per mosse sbagliate. L'altra corsa che vorrei vincere è Premio Lydia Tesio. Tra l'altro sono le due corse che Fabio ha vinto di più".

 

Pensi mai a quando smetterai di fare il fantino?

"Ogni tanto sì ma quando mi capita giro subito pagina: per ora non mi ci vedo e non riesco a darmi un termine. Sicuramente quando smetterò lo voglio fare da top e non da flop." 



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