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Attese, speranze e sogni: Alessandro Manasse e Zodiach


Attese, speranze e sogni: Alessandro Manasse e Zodiach
10/05/2021

"Con Zodiach c'è un vero e proprio rapporto di amicizia".

“I cavalli non dimenticano chi li ha amati, chi li ha aiutati e chi li porta nel cuore sempre.” (A. Giovannini “Il potere segreto dei cavalli”). Voglio introdurre con questa frase la settima intervista per la rubrica “Attese, speranze e sogni” che ha come protagonisti Alessandro Manasse e Zodiach, un cavallo che non ha bisogno di presentazioni. Da contradaiolo e da proprietario, Alessandro ha trascorso con lui alcuni dei momenti più belli della sua vita che sono rimasti indelebili sia nel suo cuore che nella storia del Palio di Siena e che oggi ha voluto condividere anche con noi.

 

1) Quando e come Zodiach è arrivato a far parte della tua vita?

"La mia storia con Zodiach inizia nel Marzo/Aprile del 1999 quando con altri soci avevamo deciso di comprare un cavallo che si chiamava Zaire. Quando dalla Sardegna arrivò il camion, oltre a Zaire, scese anche Zodiach perché il vecchio proprietario ci disse: “Ho mandato anche quest’altro cavallo con la speranza che possiate darmi una mano a venderlo o a trovare qualcuno che lo vuole perché io non ci faccio assolutamente niente: è un cavallo che in pista mi fa 600/700 metri e poi non va, quindi me ne devo disfare.” Quando scese questo cavallino, si guardò insieme a Mario Savelli (ero in scuderia da lui) e si disse: “Boh…vediamo un po'”. Si lasciò questo cavallo dentro un box e ci occupammo del primo cavallo acquistato: Zaire. Passarono circa un paio di settimane e qualcuno venne a vederlo ma nessuno lo comprò. Il cavallo, tra l’altro, era tutto scuro, con delle macchioline bianche, la coda bianca, insomma era un po' strano: assomigliava al cavallo di “Pippi Calzelunghe”. Però a un certo punto era  diventato parecchio bellino questo cavallo tanto è vero che io- come sempre in quel periodo in scuderia da Mario Savelli li montavo tutti io cavalli- lo montai e lui era un matto scatenato ma allo stesso tempo troppo elastico: si vedeva che era un cavallo con delle movenze particolari. A quel punto dissi a Mario: “Abbiamo fatto 30 facciamo 31: prendiamo anche questo tanto se il vecchio proprietario se ne deve disfare ci costa anche poco” e in effetti fu così. Un giorno si andò nella pista di Monticiano, a provare sia Zaire che Zodiach con Valter Pusceddu che era appena arrivato da Bastiano difatti era un “bimbetto”: aveva appena 18 anni forse. Il cavallo di punta ovviamente  doveva essere Zaire quindi lui montò Zaire e io montai Zodiach, mi ricordo che c'era anche Bastiano a vedere. Si montò, si fece un lavoro a coppia e notammo che Zaire era un po’ acerbo, si guardava da tutte le parti mentre io con Zodiach misi le mani al collo e sperai che andasse tutto bene. Quando iniziammo ad andare per quelle curve lui girava come un matto tanto è vero che -una volta fermo- io scesi e mi accorsi che avevo la parte esterna dei pantaloni sbiancati. A quei tempi a Monticiano non c'erano gli steccati come ora ma c’erano gli steccati di legno pitturati. Praticamente ero passato talmente vicino allo steccato, senza battere ma sfiorandolo leggermente da quanto andava basso il cavallo che neanche me n'ero accorto. Mi ricordo sempre che Bastiano ci guardò e ci disse: “Questo Zaire è un bel cavallo eh ma questo Zodiach è un cavallo da Piazza!”. Così è nata la nostra storia: lui è arrivato per caso. Noi avevamo preso un altro cavallo che poi non ha avuto fortuna né in Piazza né in pista infatti dopo un anno o due l’abbiamo rivenduto a sella mentre Zodiach è rimasto e ha fatto quel che ha fatto".

 

2) Parlaci un po' del vostro legame.

"Il legame con Zodiach è particolare: ovviamente duraturo nel tempo perché dal 1999 sono ben 22 anni che ce l'ho con me. È un legame abbastanza forte perché diciamo che conosco ogni suo movimento, ogni suo modo di fare e ogni sua particolarità. Io l'ho montato tanto e ti devo dire che i primi tempi abbiamo fatto tutti i fossi possibile che c’erano a Fogliano perché a lui quando gli prendeva un attimo "di matto" non c'era niente e nessuno che ti salvava. Tra il 2000 e il 2001 dopo aver fatto un sacco di tratte, e non era mai stato scelto, lo mandammo in Sardegna a casa del babbo di Manolo Deiana che è specializzato nella doma dolce. Aveva paura di tutto e quando è tornato dalla Sardegna era un altro cavallo. Solo che ovviamente, è rimasto comunque sempre particolare perché ad esempio al canape aveva le sue fisime. Non lo dovevi combattere perché se ti fossi messo a combattere con Zodiach avrebbe vinto lui. Lo dovevi assecondare e lui dopo un pochino si rilassava tant'è vero che secondo m chi ha saputo interpretarlo nel miglior modo è stato Antonio Villella che lo lasciava un pò fare: non lo forzava in bocca e non ci si attaccava. Il mio legame con lui è così:  in base a come gli vedo muovere un orecchio so cosa vuol, non c’è niente da fare. Abbiamo giocato insieme e condiviso tantissimi momenti. Una volta quando lui era già al prato, circa 2007/2008, io montai l'altro cavallo che era lì con lui nel recinto così per divertimento a cavezza e basta. Lui mi veniva dietro e mi guardava, e pensai tra me e me: “Ma che cavolo vuole sto cavallo?”. Così mi fermai e lui mi si mise accanto, giuro che mi vengono ancora i brividi al pensiero, e continuava a guardarmi. Così dissi: “Ma non vorrà mica fare una partenza ?”. Detto fatto. Io fiancai un attimo il cavallo che avevo e lui accanto che voleva prendermi la testa. È diventato un vero e proprio rapporto di amicizia".

 

3) Dieci Palii disputati e ben due vittorie sul tufo di Piazza: raccontaci qualche aneddoto e le sensazioni che si provano.

"Lui è stato il cavallo che dagli anni 2000 in poi ha corso più Palii prima che arrivasse Porto Alabe che ne conta 14 al momento. Abbiamo sofferto per questo cavallo perché aveva fatto già le Tratte nel '99 e tutte e tre le Tratte dei Palii del 2000. Quando ci fu lo Straordinario non fu preso in considerazione perché comunque era un cavallo particolare -si sapeva- ma allo stesso tempo era potente. Così nel maggio del 2001 decidemmo di mandare il cavallo da Gigi Bruschelli perché sapevamo che sarebbe stato sicuramente un ottimo "sponsor" per cercare di farlo prendere. Allo stesso tempo poteva essere anche rischioso perché, se poi non fosse andato bene, nessuno lo avrebbe più preso in considerazione. Io mi ricordo sempre che un giorno in scuderia da Gigi lo stavano ferrando e lui disse al maniscalco: “Ascolta: dietro per favore mettimelo con dei bei rampini e con dei bei chiodi perché tu non puoi capire questo cavallo quando è in curva che pressione ha. Cioè lui quando è in curva ci arriva alla stessa velocità di quando è al galoppo in piano per cui deve mi deve stare sù perché in piano e in curva mi va alla stessa andatura”. Infatti il “plus” di Zodiach era proprio quello di galoppare più basso e più stretto di tutti alla stessa maniera. Nel 2001 fu preso al Palio di Agosto e andò nel Drago. Ovviamente non c'erano grosse aspettative da parte dei dragaioli: c’erano tanti altri cavalli e invece gli toccò un cavallo debuttante. Però il Minisini che non era uno sprovveduto credo ci credesse un pò ed è venuto fuori poi quel Palio. Zodiach aveva fatto girare le scatole durante le prove quindi io non nego che se non avesse vinto sarebbe stato difficile rivederlo in Piazza o quantomeno non con la stessa continuità come è successo dato che è riuscito a correre dieci Palii di fila. Le emozioni e le sensazioni di quando ti prendono un cavallo è ovvio che da senese e da contradaiolo sono delle sensazioni importanti. Io ho avuto altri cavalli prima di Zodiach che hanno corso: Tuareg, ad esempio, un cavallino che ha fatto tre Palii e poi purtroppo ebbe un incidente nel Bruco durante il Palio d’agosto del 98 e Veniero, un cavallino che ha corso un Palio nell'Aquila. E poi è arrivato questo sogno che si è avverato perché essere proprietario di un cavallo vittorioso è una cosa che non è descrivibile secondo me. Ovviamente il problema si verificava quando correva la mia Contrada, che è la Civetta, e correva anche il cavallo quindi -com’è giusto che sia- devi pensare alla tua Contrada però mi capitava a volte di vedere cosa facesse il cavallo. Il secondo Palio che corse Zodiach per me fu un dramma veramente perché andò in sorte al Leocorno però meno male che è andata com'è andata e non fece una corsa".

 

4) Qual è il ricordo più bello che avete condiviso e -se c’è stata- qualche delusione?

"Il ricordo più bello e il ricordo con delusione si uniscono insieme perché Zodiach, dopo aver vinto nella Selva nel luglio del 2003, nell'agosto 2003 tocca alla Civetta e non si può capire quello che è stato il momento dell'assegnazione per me. E' stata una situazione allucinante perché ovviamente venivi da un Palio vinto ad agosto due anni prima e io sapevo benissimo che a luglio il cavallo era quasi al 100% . Fra luglio ed agosto non si sapeva come prendere: toccava dargli la via tutte le volte che era in allenamento perché non c’era verso di tenerlo. Di conseguenza arrivai alla Tratta dell'agosto 2003 ben consapevole del fatto che il cavallo era a mio avviso imbattibile. Al momento dell'estrazione passano 2, 3, 4 Contrade e mi sembra che lui fu assegnato il quinto e quando chiamarono il suo numero io mi ricordo sempre che tra me e me dissi: “E' civetta”. Quando il sindaco disse “Civetta” io ad un certo punto pensai di cascare in terra e potete immaginare quello che è stato l'arrivo in Contrada col cavallo. Questo penso sia il ricordo più bello che possa avere nel periodo di Zodiach. Noi nel 2003 era dal 1979 che ancora non si vinceva. Per motivi palieschi non riuscimmo come Contrada ad avere una prima monta e montammo Gingillo che era al suo secondo Palio: un Gingillo ancora inesperto perché lui adesso piace. Purtroppo arrivammo secondi quindi si mescola la gioia infinita ad una delusione altrettanto infinita perché ci avevo realmente sperato però così: è il Palio. Resta comunque il fatto che la libidine di avere il tuo cavallo, in quel momento "primo cavallo", assegnato alla tua Contrada è un’emozione indescrivibile".

 

5) Un cavallo che è entrato nella storia del Palio di Siena: da contradaiolo e proprietario, qual è la prima emozione che provi quando pensi a lui?

"La prima cosa che mi viene in mente è che sono onorato di essere il suo proprietario: Ci siamo trovati per caso e tuttora stiamo condividendo una parte della nostra vita insieme".

 

6) Come sta oggi Zodiach che si gode la sua meritata pensione?

Zodiach oggi si merita da vecchiarello la sua pensione. Quando nel 2006 decidemmo insieme a Mario Savelli e gli altri proprietari di metterlo in pensione, decisi di tenerlo io e di pensare a quello che sarebbe stato il futuro del cavallo non più ovviamente a livello agonistico. Io gli feci questa promessa a Zodiach perché gli dissi che quando avrebbe smesso, per tutto quello che mi aveva dato, gli avrei garantito la miglior vita possibile. Credo che fino ad ora è da quindici anni che fa la bella vita in un paddock immenso insieme al suo amico del cuore Caro Amico, anche lui cavallo vincitore di Palio. i due se ne stanno beatamente e comodamente in giro per il bosco, hanno un ambiente grandissimo e non gli manca niente. Hanno un punto di riparo in caso di pioggia ma tanto anche se piove gli piace prendere l'acqua e se la godono. Io l'ho montato finché avevo voglia di montarlo negli anni, adesso lo vado a trovare ogni tanto e lui mi riconosce sempre perché come mi vede e sente la mia voce con le orecchie si anima e ha sempre voglia di giocare".

 

7) Guardando anche al futuro, parlaci un po' dei tuoi nuovi cavalli.

"In questo momento ho due cavalli da Piazza perché la mia passione è esclusivamente la piazza ed eventualmente qualche palio che ci può essere di contorno come Fucecchio e Castel del piano . I cavalli che ho adesso sono Solu Tue Due e Vitzichesu, sempre in società con amici: Agostino Anselmi Zondadari della Civetta, Giampiero Nerli dell'Aquila, e Lorenzo Pasquinuzzi del Nicchio. Solu Tue Due è un altro cavallino che mi sta dando delle grosse soddisfazioni, gli manca solo di vincere il Palio. Ne ha già corsi cinque e fece il suo debutto nella Selva poi andò nella Chiocciola, nella Giraffa e due volte nel Bruco. Palio un po' drammatico quello nella Chiocciola dove aveva fatto due giri e mezzo primo e poi il caso volle che dietro ci fosse Porto Alabe che mise una bella marcia ma comunque ci furono in generale, degli intoppi durante la corsa importanti ma vabbè: è andata come è andata non stiamo a parlare di questo. Per lui la mia aspettativa onestamente è quella che possa riuscire a vincere il Palio perché so quello che si prova ad avere un cavallo vincitore di Palio e credo anche che lui abbia le caratteristiche per farlo. Allo stesso tempo non mi voglio dannare perché comunque la mia soddisfazione l'ho già avuta. Ovviamente vediamo un pò quello che si può riuscire a fare in questo periodo, di cui non voglio nemmeno parlare e aspettiamo a gran gloria di poter ritornare a calcare il tufo. L’altro cavallino, Vitzichesu, è più giovane e su di lui  crediamo molto. Qualche giorno fa siamo stati a Mociano a fare le prove e, pur essendo un cavallino nuovo, è subito partito primo e ha girato primo a San Martino e al Casato quindi allo stesso tempo può essere definito anche abbastanza esperto: credo che ci possa essere anche per lui una buona prospettiva paliesca".

 

8) Attese speranze e sogni di Alessandro.

"Le attese e le speranze sono quelle di correre il Palio a prescindere che ci siano i miei cavalli o no. Vogliamo riappropriarci della nostra quotidianità. Noi senesi abbiamo bisogno di questa cosa. Questo è un periodo particolare per tutti, non c'è dubbio, ognuno ha i propri problemi ma noi senesi ne abbiamo uno in più. Noi abbiamo tanti problemi in questo momento comuni a tutto il Mondo, più un grosso problema che è quello del Palio. Intendo problema perché non correre per noi è come toglierci una fetta di vita, è toglierci qualcosa. Quando anche con amici miei di lavoro originari di altre Città, parliamo e pensiamo a quello che è questo momento particolare io dico sempre: “Sì ragazzi, è vero, siamo tutti nella stessa barca per certe cose ma voi avete la fortuna/sfortuna di non essere senesi: per noi c'è una grande preoccupazione in più perché a ci sta mancando un pezzo di vita”.

 

Lara Latragna



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