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Intervista a Pietro Maccari


Intervista a Pietro Maccari
06/03/2016

Corse la prima prova nell'Onda nella Carriera del 3 luglio 1991.

Continuano le interviste de “La Voce del Palio” ai “ragazzi” che hanno corso solo le batterie e le prove. Abbiamo parlato con Pietro Maccari, originario di Casole d'Elsa. Ha corso alcune Tratte a cavallo tra il 1990 e il 1993 e nella Carriera del 3 luglio 1991 corse la prima prova per i colori dell'Onda con la purosangue Victoria Principal.

Come ti sei avvicinato al mondo dei cavalli?
Il mio avvicinamento è avvenuto quando ero molto giovane nonostante che in famiglia non avessi nessuno che aveva praticato l'ippica e l'equitazione; mio nonno però aveva i cavalli e da lì è nata la passione. Un giorno, quando ero a montare per divertimento all'Uccellatoio dove c'era una pista, venne Claudio Naldi (Imolino n.d.r) a galoppare Olympia Mancini; da lì ci conoscemmo e diventammo amici e per un lungo periodo sono stato a montare da lui.

Cosa ti ricordi del tuo esordio in Piazza del Campo?
Fu in occasione delle Prove Notturne del Palio del 2 luglio 1989. Montavo Amaranta, una purosangue molto problematica che tirava da morire. Ho provato un'emozione bellissima ma in confronto alla prima Tratta è stato niente. La mattina della Tratta ti cambia il mondo: il mortaretto e il rumore del canape che scende ti danno delle sensazioni non paragonabili a nessun altra corsa in Italia e nel Mondo.

Tu hai corso tante Tratte: vedi delle differenze tra il periodo in cui montavi te e le Tratte attuali?
Era tutta un'altra cosa però non posso dire che noi eravamo più bravi e che i cavalli erano migliori. Io la vivevo come una “gara” nei confronti di tutti. Per la Tratta noi ci si parava, ci buttavamo in terra e se potevamo fare un “dispetto” ad un altro fantino che ci aveva guardato male una volta, si faceva. Io una volta a Monticiano avevo avuto un diverbio con Emanuele Coluccio e quando me lo ritrovai in batteria insieme andammo a finire ai materassi tutti e due poi ora siamo diventati amici.

Il 29 giugno 1991 facesti poi il tuo esordio con un giubbetto: come nacque questo rapporto con l'Onda?
Nacque in scuderia da Claudio Naldi: lui aveva montato nell'Onda l'anno precedente, Claudio in quel Palio era squalificato e la dirigenza dell'Onda mi chiese la disponibilità per fare la prima prova. Montai Victoria Principal, una cavalla esordiente, mi feci anche qualche illusione di poter arrivare al Palio perché la dirigenza mi aveva detto che se non avessero potuto montare una “prima monta” ci avrebbero pensato a farmi esordire poi però scelsero di montare Bucefalo. Su quella prova ho tanti rimorsi perché forse sono stato troppo “professionale”. Gli ordini erano quelli di fare pianissimo perché era piovuto fino a poco prima della prova, non mi sono preso nessun rischio e forse questo mi è costato caro.

Dopo la prova i rapporti con l'Onda sono rimasti buoni?
Sì anche se non abbiamo più parlato di future “collaborazioni” mentre per due anni sono stato vicino alla Lupa. Io ero molto amico di Alessandro Franci, che organizzava il palio a Monticiano, lui aveva due cavalli e aveva buoni rapporti con la dirigenza della Lupa però di fatto non si è mai concretizzato niente.

Tra i cavalli che hai montato per la Tratta chi era quello con più potenzialità?
Sicuramente Tramonto sull'Arno, era un purosangue.

L'ultima tua Tratta è stata quella del 2 luglio 1993 con Rossonero: dopo cosa è successo?
Io di base ero troppo alto per montare quindi ho sempre dovuto combattere con il peso; quando mi sono reso conto di non avere possibilità di fare quello che mi interessava, ho deciso di mollare e di dedicarmi ad altre cose.

Cosa ti ha lasciato il mondo del Palio come sensazioni?
Mi ha lasciato da una parte un amore infinito perché quando vedo qualche video o qualche immagine che me lo ricorda provo una grande “attrazione”. Dall'altra parte, però, la vedo come una cosa completamente cambiata e che non capisco più, mi sembra una cosa molto “calcolata” rispetto a quella più “istintiva” che conoscevo io. Noi quando arrivavamo in Piazza non sapevamo mai quali cavalli c'erano, prima le persone chiamavano i parenti e gli amici per sentire se sapevano qualcosa di un determinato cavallo, c'erano le varie leggende legate ad esempio alla presenza o meno di Pytheos mentre dei cavalli di adesso si sa vita, morte e miracoli.

Francesco Zanibelli



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