Luca Bologni ha vinto il Palio nel 2014 e nel 2015.
Luca Bologni è dei 12 Capitani di Fucecchio quello che apparentemente si affaccia al Palio del 2016 a pancia
piena.Viene assieme alla sua Cotrada, La Querciola, da 2 vittorie consecutive, arrivate dopo una lunga
attesa di 17 anni; è al suo secondo mandato.
E: cosa ci vuole per accettare di nuovo questa carica dopo un cappotto, insomma… difficile fare meglio.
L:ci vuole la voglia di riuscire a non dire mai “siamo arrivati, la volontà di non darsi mai come scontati né
come Contrada ne’ come staff.E anche un po’ di sano senso di sfida alla fortuna , che poi è il sale stesso del
Palio.
E : una bella scommessa, comunque.
L: il Palio è un gioco, così me lo hanno insegnato e così cerco di viverlo, comportandomi seriamente ma
senza prenderlo troppo sul serio.
E:in che senso?
L: nel senso che ritengo fondamentale la chiarezza nel farlo, spesso il Palio ti diventa un bluff tra le mani ,
è il suo fascino, per cui non si può affrontarlo con asssoluta trasparenza, sarebbe un controsenso, ma con
chiarezza si; la Querciola è una Contrada piccina rispetto a tante altre, ma ha , come tutte una identità sua
e una forte dignità, ovvio che non possiamo competere in numeri e a volte disponibilità con altre situazioni;
ecco, la Querciola quando fa il Palio cerca di mostrarsi per quella che è.Di fondo rimane poi che senza un
pizzico di fortuna non si va da nessuna parte.
E: la fortuna l’occhio ve lo ha strizzato in maniera importante, negli ultimi 2 anni, inizi a sentirti in debito?
L: si, ci ha guardato bene e parecchio, è anche vero che si veniva da un periodo lunghissimo senza vittorie,
ma di fondo rispiondo ni, o comunque non mi sento in grosso debito con lei; la fortuna è la componente
principale e magica di questo universo se ti guarda devi sorriderle, credo fortemente che non assecondarla ,
nel Palio sia un errore che si paga quando arriva va presa; noi lo abbiamo fatto con Bomario e poi con
Tavel.
E:Bomario e Tavel, le due variabili e Simone Mereu, la costante di questi 2 anni.La Querciola riparte da
legame esclusivo con lui ( non ufficiale ma ufficioso) o privilegiato?
L:Simone non è il nostro fantino, nel senso che non è il fantino di Contrada, certo è che avendo lavorato con
lui in questi due anni, il nostro è un rapporto forte, ti direi una bugia se, una volta avuto in sorte un cavallo
“da Buca” adatto a lui, ti dicessi che non sarebbe e non sarà la nostra prima telefonata.
Nello stesso tempo c’è la volontà di non creare un rapporto esclusivo che leghi troppo entrambi; Simone
con la nostra giubba ha consacrato il suo valore qui a Fucecchio, ma gli ultimi due anni non devono
rappresentare un nodo troppo stretto ne’ per noi ne’ per lui, non sarebbe giusto per nessuno; ognuno dal
mercoledi penserà al proprio miglior Palio possibile se poi , una serie di circostanze ci metterà di nuovo
sullo stesso binario, sarà un piacere viaggiare di nuovo insieme.
A noi piace guardare e studiare i fantini, non saremmo arrivati a Mereu altrimenti.
E: sarebbe stata una bella carta da giocare averlo in mano nei confronti della altre Contrade.
L: forse, ma non è questa l’impostazione che la Querciola vuole dare al suo Palio quest’anno, non
necessariamente scenderemo in Buca per fare cassetta; faremo il Palio che saremo in grado di fare secondo
il lavoro dell’inverno, l’esito dell’assegnazione e gli incroci del valzer delle monte.
E: il cavallo dei sogni per il Palio?
L: c’è e ci sarà , siamo ancora troppo all’inizio della stagione per averlo individuato bene, sai noi veniamo
da due belle esperienze, Bomario, su cui c’è davvero poco da dire e Tavel, che con noi finalmente ha
trovato il successo ma che comunque non era un cavallo ambito da tutti per una serie di motivi di
gestibilità, ma a cui, grazie anche a veterinario e manisclaco, abbiamo trovato la giusta chiave di lettura per
la Buca.
E: il cambio di data: il tuo pensiero su un Palio , il vostro , che si sta modificando.
L: la mia è una generazione che col Palio ci è nata e ci è cresciuta insieme, dall’avvento della tratta la
percezione era che si stesse stabilizzando andando a costituire una tradizione ferma.A parte il discorso
cavalli e fantini, ne faccio come Capitano ma soprattutto come Contradaiolo una riflesssione poco
favorevole; ancora qui non c’è un attaccamento omogeneo da parte di tutta la città al nostro Palio .
E: e della Querciola cosa mi dici.
L: la Querciola è i Querciolini; la nostra Contrada , se la dovessi raccontare, andrebbe vista come un albero
genealogico, alcuni radici grosse che hanno dato vita a tanti rami,ci sono stati dei semi, se vogliamo
continuare nella similitudine, che hanno dato a tutti noi qualcosa di suo, quelle persone che davvero
hanno visto ragazzi i nostri genitori, noi piccini e di qualcuno hanno conosciuto anche la terza
generazione.Quelli che ci hanno visto entrare tutti qui e che ci hanno insegnato a stare insieme e a
condividere questa bella passione che è la Contrada.
Siamo figli di una Contrada che è stata creata e tirata su dai nostri genitori; abbiamo avuto la sfortuna di
saltare per una intera generazione la gioia della vittoria; ma pur nei nostri numeri si cresce anche noi, le
due vittorie hanno portato linfa nuovi; sai qui a Fucecchio nel conto dei contradaioli si ragiona ancora a
famiglie, la sfida adesso è crescerli e insegnarli a voler bene alla Querciola.
Poi impareranno anche a fare il Palio, alla nostra maniera.
Eleonora Mainò