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"Il cavallo è un animale intelligente che fa continuamente domande".
Ecco la seconda parte dell'intervista a Marco Pagliai. Qui l'ex fantino ci parla della sua nuova attività cioè la rieducazione dei cavalli problematici seguendo il metodo di Monty Roberts: “L'uomo che sussurrava ai cavalli”.
Allora Marco, parlaci di questa tua nuova attività
Io già prima di venire a Siena avevo fatto l'addestratore poi quando sono tornato a casa ho ricominciato a farlo. Ho fatto un percorso imparando vari “metodi dolci” poi ho stretto rapporti con Monty Roberts e sono andato in America da lui. Conoscendomi, mi ha poi chiesto di partecipare ad un suo tour in Europa con i miei cavalli di scuderia. E' stato bello perché ho avuto la fortuna e il privilegio, pur non essendo istruttore del suo metodo, di partecipare attivamente al suo tour; lui non lo permette mai a nessuno.
Queste metodologie potrebbero essere applicabili anche per un cavallo nei giorni del Palio?
Sì, assolutamente, io tante volte mi sono detto che se avessi avuto le conoscenze che ho adesso quando montavo, mi sarebbero servite molto. Questo è un metodo che potrebbe essere molto utile ad esempio per un cavallo che non sta fermo al canape. Per farti un esempio io comprai Fantaghirò Saura (ha fatto tre Prove Notturne tra il 2006 e il 2008 n.d.r) che calciava tantissimo; la rimisi a posto e ci ho vinto due palii a Feltre. I principi di questi metodi si possono usare a 360 gradi in tutte le discipline: dai cavalli da corsa a quelli da dressage. Monty Roberts ha rimesso a posto dei cavalli che non entravano nelle gabbie e che poi hanno vinto dei gruppi 2.
In soli quattro giorni si possono avere dei risultati tangibili con un cavallo?
Sicuramente c'è da vedere da caso a caso, c'è da considerare che i cavalli più “problematici” sono anche quelli più sensibili e i più attenti alle “piccole cose”. Sicuramente anche il fantino deve fare attenzione a queste piccole cose per avere un risultato con quel tipo di cavallo. Molto spesso però questo aspetto non viene considerato anche nella gestione quotidiana del cavallo ad esempio le pressioni che vengono date al cavallo possono fare una differenza incredibile per certi cavalli e quindi vanno sapute controllare. Il fantino deve dare attenzione a certe richieste che fa il cavallo, noi siamo abituati a fare delle richieste al cavallo e a fare in modo che lui ti risponda ma in certi casi dobbiamo “sentire” il cavallo che magari ha un dubbio, una titubanza o una paura. Se il fantino gli dà un aiuto o una conferma in quel momento lì, il cavallo si rasserena molto. In generale occorre una collaborazione tra il fantino, il barbaresco e il veterinario.
Quali sono i principi base di questo metodo?
Riassumerli è un po' difficile, il cavallo è un animale molto intelligente e fa continuamente delle “domande”. Ci sono cavalli che se non gli rispondi a queste domande o gli rispondi “in malo nodo” non hanno grosse reazioni mentre ci sono dei cavalli attenti, sensibili e “delicati” come certi purosangue dei tempi che correvo che “non te la perdonano”: una risposta data male ad un cavallo del genere può portare a delle reazioni di paura, timore e addirittura anche di aggressione con calci e morsi. Ogni cavallo “parla”, bisogna sapergli rispondere nel modo giusto senza usare violenze.
Francesco Zanibelli