¯ "Le rivalità estinte: Nicchio-Torre" - La Voce delPalio
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Pietro Tonnicodi Fotografo
Massimiliano Bruttini

Le rivalità estinte: Nicchio-Torre


Le rivalità estinte: Nicchio-Torre
16/01/2017

"Fu un’inimicizia breve ma molto violenta, nata per questioni di Palio e poi diventata una sorta di guerra fra bande". 

Continuiamo la serie di articoli relativi alle rivalità non più in essere. Ricordiamo che si tratta di stralci tratti dal libro "Con la rivale in campo" del 2002 di Roberto Filiani (che ringraziamo per averci fornito il materiale) e Natale Zaffaroni. Nella prima puntata abbiamo parlato della rivalità tra Selva e Pantera; in questo appuntamento parliamo invece della rivalità tra Nicchio e Torre, durata pochi anni ma come vedremo caratterizzata da episodi molto violenti.

"Quella fra Nicchio e Torre fu un’inimicizia breve ma molto violenta, nata per questioni di Palio e poi diventata una sorta di guerra fra bande formate da pochi facinorosi di entrambe le contrade.

Tutto partì dal Palio dell’Assunta del 1882, vinto dalla Torre con Genesio Sampieri detto “Moro”.

Nel prime due prove la Torre aveva montato il fantino Antonio Duchi detto “Martello”, che fu smontato in maniera plateale a suon di manate.

Il Nicchio, che ebbe in sorte il cavallo vittorioso nel luglio precedente, si trovò senza fantino per l’infortunio di Mario Bernini detto “Bachicche” e decise di montare il Duchi nella convinzione che non fosse più legato alla Torre.

Invece durante la carriera Antonio Duchi favorì palesemente la vittoria della Torre ed ovviamente i nicchiaioli l’accusarono di essersi venduto.

Nel dopo corsa si accese un violento tumulto in cui i torraioli ebbero la peggio, molti nicchiaioli erano armati di bastone e seguì una vera e propria sassaiola.

Questo fu solo il primo atto di una rivalità davvero violenta, a nulla servirono le condanne che il tribunale inflisse ai nicchiaioli responsabili degli incidenti.

Si aprì, infatti, una sorta di faida che, come accennato in precedenza, più che coinvolgere le due contrade vide protagonisti due gruppi di violenti ben identificati tanto che nelle cronache del tempo comparivano sempre gli stessi nomi.

Ogni occasione era buona per fronteggiarsi e dal 1885 al 1887 ci furono tanti episodi violenti.
Nell’agosto 1885, presso il Ponte di Romana, ci fu una battaglia a colpi di sassi a cui seguì un furente corpo a corpo in cui rimase vittima un nicchiaiolo.

Gli scontri proseguirono in Piazza del Campo, vi furono molti arresti in entrambi gli schieramenti.

L’anno dopo accadde un altro fatto molto grave quando la sera della propria Festa Titolare un folto gruppo di nicchiaioli si recò in Salicotto con intenzioni bellicose.

Al grido di “Viva la Spannocchia” i nicchiaioli tempestarono di sassate le finestre delle case di Salicotto i cui occupanti si barricarono dentro per la paura.

Ancora scontri nell’autunno del 1886 nei pressi di un vinaio, in seguito un’incursione notturna in Salicotto fallì perché quelli della Torre furono avvisati per tempo da una donna della contrada che era venuta a conoscenza del piano dei nicchiaioli.

A tutti questi episodi seguirono molti procedimenti penali, in molti transitarono per le patrie galere ma la situazione non accennava a migliorare.
Questa rivalità ebbe conseguenze anche nel Palio con un ovvio avvicinamento del Nicchio all’Oca.

Infatti nell’agosto del 1892 il Nicchio, con Lorenzo Franci detto “Pirrino”, favorì in modo netto la vittoria di Fontebranda con Francesco Ceppatelli detto “Tabarre”.

Negli anni la tensione rimase pressoché inalterata anche negli seguenti e fu resa ancora più evidente con la nascita del TONO, il famoso patto a quattro tra Tartuca, Oca, Nicchio ed Onda che dettò legge in piazza dal 1928 al 1934.

Proprio nell’ambito del TONO ci fu la svolta decisiva, a seguito del Palio del 16 agosto 1934 Nicchio ed Oca ruppero in maniera traumatica, di conseguenza la Contrada dei Pispini passò nello schieramento opposto, quindi i rapporti con la Torre diventarono ottimi e la collaborazione paliesca fra le due contrade trovò la sua esaltazione all’inizio degli anni sessanta, dominati dal grande Vittorino".

 

Roberto Filiani



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