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"La Piazza ti dà sempre delle emozioni bellissime".
Continuano le interviste inedite ai ragazzi che hanno corso solo le prove o le tratte e che non hanno mai indossato un giubbetto per il Palio. Oggi è la volta di Paolo Ragoni, classe 1966, originario di Montaione (FI) che ha corso molte prove e Tratte tra il 1988 e il 1995. Per lui anche un passato alla scuderia di Andrea Degortes detto Aceto.
Come nasce la tua passione per i cavalli?
“Quando ero ragazzino andavo dietro a Imolo Naldi (corse 8 Palii negli anni 50, padre di Imolino n.d.r). Fu lui a insegnarmi a montare a cavallo: prima a sella e poi a pelo. Mi portava a vedere le prove, iniziai da lì: avevo 13 anni. Poi a 18 anni iniziai a fare i primi palii in provincia a sella. Montai a Bientina dove all'epoca si montava a sella a San Giovanni alla Vena poi iniziai a montare a pelo a Monteroni e a Monticiano. Iniziai montando i cavalli di Mario Giannicchi”.
L'esordio in Piazza del Campo fu in occasione delle Prove di Notte del 16 agosto 1988: che emozioni provasti?
“Fu bello, all'epoca non erano ancora regolamentate e quindi si montava con i tavolini nel mezzo, l'atmosfera era molto particolare. Il giorno dopo feci la mia prima Tratta con Cleofe, una cavalla che non era nulla di che”.
Due anni dopo, nella Carriera del 16 agosto 1990, corresti la prima prova nella Tartuca su Fabiola de Sarule: come nacque il rapporto con la Contrada di Castelvecchio?
“In quegli anni lì ero senza lavoro e lo cercavo nel mondo dei cavalli. Lo trovai da Andrea Degortes che all'epoca era fantino ufficiale della Tartuca. Oltre ad Andrea, voglio ringraziare Antonio Casini che all'epoca era barbaresco. Mi fecero fare la prima prova : fu una bella emozione, avevo 24 anni. Al Palio andarono con Francesco Ticci, io dovevo fare solo la prima prova.
Nel 1991 non facesti né la Tratta né prove mentre nel luglio del 1992 facesti la Tratta con Uberto: come andò?
“In quel periodo c'era la Selva che mi seguiva. Capitò di montare questo cavallo che aveva vinto l'anno precedente nella Tartuca. Andrea mi disse: “è un buon cavallo ma si appoggia un pò”. Quella Tratta ero di rincorsa, mi ricordo che mi misi in seconda posizione poi a San Martino il cavallo appena vide l'altro cavallo davanti che girava, si buttò e caddi. Non è che battei, scivolai proprio e lì mi sono “bruciato”. Forse quello non era il momento di montare un cavallo come Uberto, sono sincero.
Ad agosto dello stesso anno montasti Usiglia per la Tratta e poi facesti la prima prova nell'Istrice su Zucchero
“Usiglia era una buona cavalla, molto precisa ma il motore era quello che era. Fu anche presa e andò in sorte alla Civetta. L'Istrice mi seguiva e mi dissero che c'era l'opportunità di fare la prima prova. Partii bene e loro rimasero contenti ma sapevo che era finita lì: montarono Bonito da Silva. Zucchero era un buon cavallo ma aveva due giri”.
Nel luglio del 1994 per la Tratta montasti Alibranda e facesti poi la prima prova nell'Istrice su Best Ford...
“Alibranda era una cavalla che andava benissimo, io mi ci trovavo molto bene. Era una purosangue allevata da Andrea che ringrazio perché la portò in Piazza soprattutto per dare l'opportunità a me di farmi vedere. In provincia ci avevo vinto a Monteroni e alle Corse di Primavera a Buti. La prova nell'Istrice andò bene: partii in testa poi dopo un giro fermai, gli ordini erano questi. L'Istrice poi montò Bastiano, Best Ford era un cavallo che partiva bene ma non era nulla di che”.
Quella su Alibranda fu la ultima Tratta...
“Sì, anche perché in quel periodo non era facile trovare cavalli da montare. Per un giovane come me, poi, entrare nel giro non era facile: c'erano Cianchino, Il Pesse, Andrea, Bastiano, Bucefalo, Il Bufera. C'erano quei 6-7 che erano sempre a cavallo. Purtroppo quella Tratta del 1992 con Uberto mi ha penalizzato tanto”.
Ad agosto del 1994 corresti la prima prova nell'Aquila sull'esordiente Quarnero...
“Quarnero era un buon cavallo ma in quel Palio era un po' acerbo, era stato castrato da poco. Andrea era nell'Aquila ma il cavallo non gli piaceva. Voleva che montassero me ma la dirigenza rispose: “se non si monta te, non si monta nemmeno lui” e montarono Imolino. Andrea in quel Palio rimase a piedi”.
L'anno successivo, nell'agosto del 1995 facesti la tua ultima prova nel Leocorno con Bella Speranza che poi vinse il Palio con Beppino Pes...
“La mattina della Tratta trovai Beppino Pes che mi disse che aveva buone possibilità di andare nel Leocorno e mi disse anche che poteva mettere una “buona parola” con la dirigenza per farmi fare la prima prova. Poco dopo, infatti, la dirigenza del Leocorno mi disse che avrei fatto la prova con qualunque cavallo. Bella Speranza era all'esordio ma io sentii subito che era un cavallo da poterci fare il Palio. Provai solo la partenza ma sentii che era una bicicletta e dopo dissi alla dirigenza che potevano provare a vincerci il Palio. Anche in quell'occasione finì tutto lì”.
Dopo questa tua ultima prova cosa è successo?
“Successe che smisi di lavorare da Andrea, avevo visto che il Palio si allontanava e che montavano sempre gli stessi. Dissi ad Andrea che volevo smettere e che non me la sentivo più di continuare però avevo sempre dei buoni contatti a Legnano e ad Asti ad esempio. A Legnano mi chiamarono anche per andare a correre ma dissi che avevo smesso e che non mi interessava”.
Che sensazioni ti ha lasciato il mondo del Palio di Siena?
“La Piazza ti dà sempre delle emozioni bellissime anche se sono rimasto sempre col rimorso che forse avrei potuto fare di più. Magari avrei potuto provare a fare una scuderia mia ma non mi sentivo all'altezza”.
Tra le tante prove e Tratte che hai fatto, quale è stato il cavallo più forte che hai montato in Piazza?
“Alibranda anche se in Piazza del Campo è stata sfortunata”.
Parliamo anche delle tue esperienze nei Palii fuori Siena..
“Mi sono divertito tanto anche se sicuramente il fatto di essere da Andrea mi ha dato molti vantaggi. C'era sempre un occhio di riguardo nei miei confronti anche se poi quando capitava riuscivo a cogliere le occasioni. Ho vinto il Palio di Nizza Monferrato che ora non esiste più poi ho vinto a Piancastagnaio (nel 1991 per Voltaia con Cotton Quick n.d.r) e con lo stesso cavallo ho vinto a Buti per San Rocco: quello fu l'unico Palio a Buti corso a pelo. Lì Andrea vinse la batteria ma in finale cadde al canape poi misero a cavallo me perché Andrea fu portato all'ospedale. Per due anni a fila ho vinto anche il Palio a Forcoli, vicino a Pontedera che non viene più fatto. Infine nel 1992 ho vinto il Palio di Casole d'Elsa per Pievalle con il cavallo Capuleto. Con i cavalli i Palii si facevano un po' tutti, ho corso anche a Fucecchio, Legnano, Asti e a Castel del Piano”.
Francesco Zanibelli