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"Non sarà una decisione facile quella che dovranno prendere le autorità".
Poco più di 60 giorni al Palio, quel 31 maggio che per la città di Legnano significa attesa e passione, 60 giorni che invece improvvisamente diventano un numero invisibile. Invisibile come questo maledetto coronavirus che si è insinuato in mezzo a noi, cancellando impegno e fatica, costringendo gli organismi preposti all’annullamento della manifestazione.
Legnano, così come tutte quelle città e quei paesi che vivono di tradizioni paliesche, era già pronta a rivivere le “solite” emozioni, sempre diverse, sempre partecipate dai tanti contradaioli che frequentano le otto contrade ed invece ora si trova a dover ripensare il tutto, difficile ipotizzare cosa accadrà e se, per esempio, rinviare il Palio in autunno oppure annullarlo. Non sarà una decisione facile quella che dovranno prendere le autorità, molto dipenderà dall’evoluzione di questa pandemia, dalla possibilità di tornare presto alle vecchie abitudine, quelle per intenderci che vedono soprattutto nel mese di maggio un continuo fiorire di cenini e di serate trascorse tra canti e sfottò.
Sarà un mese di maggio diverso, vuoto e silenzioso, con la testa rivolta a mille pensieri e dove il Palio non sarà tra le priorità, uscire al più presto da questo momento è la parola d’ordine ma per chi, come chi scrive, ama il Palio da quando è nato, sapere di non poterlo vivere e raccontare suona come una sconfitta. Non si faccia illusioni questo maledetto coranavirus, noi il Palio l’abbiamo nel sangue e questo sarà il vaccino che ci permetterà di sconfiggerlo per sempre.
Da Legnano vi giunga il motto del Collegio dei Capitani e delle Contrade: “IN CORDE CONCORDES, IN PUGNA PUGNANTES”, tutti insieme vinceremo questa guerra.
Sergio La Torre