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L'Arte del Palio: il Drappellone del 16 agosto 2005


L'Arte del Palio: il Drappellone del 16 agosto 2005
27/07/2020

Dipinto da Manolo Valdés.

Sedicesimo appuntamento con la nostra rubrica "L'Arte del Palio" a cura di Nicola Nunziati che ogni settimana analizza un Drappellone da lui scelto. Oggi è la volta del Drappellone del 16 agosto 2005 dipinto da Manolo Valdés e che fu vinto dalla Contrada della Torre con Luigi Bruschelli detto Trecciolino e Berio. Come sempre, dopo l'analisi pittorica, trovate anche i dettagli della corsa.

 

L'analisi pittorica.

Manolo Valdés nasce a Valencia nel 1942. Frequenta in giovane età la San Carlos Academy of Fine Arts di Valencia che abbandona per dedicarsi alla pittura e approfondire quegli elementi costanti del proprio stile, figurativo e utilizzo informale della materia attingendo dal patrimonio artistico spagnolo in particolare di Velazquez e Picasso e integrando le forme di Rauschenberg, conosciuto durante i suoi viaggi Parigini.

Nel 1964 fonda il gruppo Equipo Cronica, collettivo della Pop-Art Spagnola, coniugando le forme Americane e lo stile del figurativo degli anni ‘60 del proprio paese. Promuove il gruppo fino al 1981, quando comincerà a tenere le sue prime mostre personali. Valdés si sofferma sulla rilettura dei temi artistici e storici grazie all'uso sapiente dei materiali e riesce a ideare un universo creativo del tutto innovativo che lo condurranno a vincere il Premio Nacional de Bellas Artes España nel 1985, oltre a partecipare a numerose fiere internazionali, come a Baghdad e ad aprire uno studio a New York nel 1992 per potersi dedicare maggiormente alla scultura.

Negli anni 2000 si contano esposizioni in tutto il mondo: dalla sua Spagna fino alla Russia, Stati Uniti e Parigi, oltre a collezioni pubbliche e private della maggiori gallerie. Artista poliedrico, continua il suo lavoro tra New York e Madrid, dando origine a qualcosa di totalmente nuovo e differente, mescolando immagini conosciute e accogliendo nel suo mondo fatto di materia, colori segni e frammenti. Le opere risultano originali, creano autonomamente colori. Lavora personalmente i materiali per contribuire alla nascita di un'opera totalmente nuova procedendo per addizione: un continuo sommarsi di elementi fino a conseguire la scultura ideata. Nel 2005 l'incarico di dipingere il Cencio per la carriera dell'Assunta, data decisamente importante per I contradaioli di Salicotto, che riporteranno il cencio nella Torre dopo 44 anni, conquistando un'opera artistica di grande rilievo.

Valdés ci presenta un Drappellone che appare “classico” e ripercorrendo le gallerie dei cenci torraioli abbiamo l'impressione di averlo già visto. La magia del Palio ci sorprende ancora: 16 Agosto 1843, 15 Agosto 1864, 16 Agosto 1961 (l'ultima vittoria sul campo) ricalcano l'immagine della Madonna Assunta in cielo nella medesima porzione di dipinto, contornata dalle formelle della balzana e simboli comunali e lasciano lo spazio in basso alle contrade, un cerchio che finalmente si chiude.

Il richiamo è al grande artista Spagnolo Bartolomé Esteban Murillo, come consuetudine di Valdés, suggerisce una veste attuale, pop . Le linee morbide lasciano spazio a forme lineari, il chiaro scuro diventa grafico, piccole forme geometriche rappresentano le mani della vergine nell'atto di pregare. I pochi elementi figurativi sono quelli del volto gentile, una bocca rossa che poco si addice ad una Madonna seicentesca. L’artista ci ricorda il nostro tempo e la nostra evoluzione, pur mantenendo un vestiario “classico” mutato solo nei colori, più tenui e in contrasto tra di loro: elementi che permettono di esaltare la figura come la copertina di un libro, un romanzo ancora da scrivere ricco di colpi di scena.

L'aureola non è più color oro, anch'essa si esibisce di nuova luce. Una galassia formata di stelle luminose, colorate, un richiamo a quella bandiera dell'Unione Europea che pochi anni prima ci aveva tutti accomunato nel grande cambiamento. Una simbologia ancora più forte, un sentimento di coesione, una madre che accompagna la propria creatura verso un nuovo orizzonte, il futuro, Siena e il suo Palio proiettato verso la nuova Europa. Anche le araldiche cambiano colore, racchiuse in piccole formelle rettangolari, sembrano ombre proiettate, non hanno sfumature, mutate radicalmente, volgono piuttosto ad un aspetto che più si addice ad un logo che uno “scudo”. Raffigurazioni essenziali, visioni di un pittore contemporaneo che non intende stravolgere una cultura centenaria, anzi, ne vuole risaltare le sue caratteristiche, ricordando a tutti noi, senesi e non la forza che detiene, capace di mantenersi intatta ed unica, allo stesso tempo innovativa, nella scelta di artisti, autori e testimoni  del proprio tempo: una visione ovviamente soggettiva, capace di mostrarci quanto apprezzato sia il Palio.

In conclusione, nella parte inferiore, appare il cavallo, il muso emerge dallo sfondo arancio, un richiamo a Picasso con la su Guernica, con pochi segni distribuisce all'animale quella forza e dinamicità tipica dell’equino. Al suo fianco si nota un’altro cavallo, solo un accenno, la volontà da parte dell'artista di omettere il suo “volto”, quello dello sconfitto, giunto secondo al bandierino.

 

La corsa

I Capitani optano per un lotto con molti cavalli di qualità. Favorite dalla sorte sono sicuramente la Torre con Berio (vincitore in precedenza di 3 Palii) e la Giraffa con Zodiach (vincitore di 2 Palii). Buone speranze anche per Lupa e Chiocciola cui vengono assegnati due cavalli che non hanno mai vinto ma di sicuro affidamento: Brento e Zilata Usa. Tre gli esordienti: Desmon (Civetta), Choci (Onda) e Elisir di Logudoro (Leocorno). 

Trecciolino sceglie la Torre con Berio, cavallo con cui ha già vinto 3 Palii. Il Pesse va nella Lupa su Brento mentre la Giraffa sceglie Salasso. Durante le prove cade Clemente nell'Onda che si infortuna e che viene sostituito da Brio. Dè va a montare l'esordiente Elisir di Logudoro nel Leocorno mentre segnaliamo l'esordio di Virginio Zedde nella Chiocciola che viene soprannominato "Lo Zedde".

La mossa è molto veloce, di rincorsa c'è il Leocorno con Dé e Elisir di Logudoro. Quando entra la rincorsa prende la testa la Lupa, seguita dalla Selva mentre l'Onda nerba la Torre. A San Martino c'è la svolta del Palio: la Lupa prende una traiettoria molto esterna pregiudicando il suo Palio; ne approfitta la Torre con Trecciolino e Berio che guadagna la testa, seguita dalla Selva con Bighino e Vai Go e dalla Chiocciola con Lo Zedde e Zilata Usa. 

La Torre è in testa, seguita dalla Chiocciola che riesce a superare la Selva. Trecciolino e Berio si mantengono in testa, incalzati da Chiocciola, Selva e Onda. Al terzo giro la Chiocciola prova ad avvicinarsi ma in testa non cambia nulla: vince la Torre dopo 44 anni di attesa con Trecciolino (alla sua decima vittoria) e Berio (al suo quarto sigillo). Il Capitano vittorioso è Maria Aurora Misciattelli, con i mangini Francesco Franchi, Lorenzo Renzoni, Massimo Bianchi e Sergio Galgani. Il Priore è Massimo Brogi.

 

Nicola Nunziati, Francesco Zanibelli



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