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Nicola Congiu: "Il maniscalco più bravo è quello che sbaglia di meno"


Nicola Congiu:
01/07/2020

"Mi piacerebbe lavorare a Siena".

Nicola Congiu è nipote di Francesco Congiu detto Tremoto. Insieme al fratello Francesco ha un'attività di mascalcia a Roma (Qui la pagina Facebook) e ha ottenuto grandissimi risultati alle corse regolari. In virtù anche della parentela con Tremoto, ci ha parlato della sua grande passione per il Palio di Siena e del suo desiderio in futuro di diventare maniscalco di una contrada.

 

Nicola, come è nata la tua passione per la mascalcia?

"Mio padre lavorava con i cavalli insieme a mio zio Tremoto. Ho iniziato a fare il maniscalco già a 13 anni. Ho vissuto per un pò di tempo ad Asciano poi mio padre si trasferì a Roma e da allora ho sempre lavorato all'Ippodromo delle Capannelle. Ad un certo punto della mia vita ho fatto la conoscenza della famiglia Ronci che hanno ferrato cavalli anche a Siena. A 19 anni ho montato anche in corsa alle regolari e ho fatto alcune corse nell'alto Lazio sull'asfalto. Il mio primo lavoro è sempre stato la mascalcia: ormai sono più di 20 anni che lo faccio".

 

Nel periodo di lockdown voi avete comunque continuato a lavorare?

"Sì perché noi facciamo tante scuderie qui all'Ippodromo. Seguo grandissime scuderie anche da 60 cavalli quindi il lavoro è sempre tantissimo. Diciamo che è un'azienda molto molto produttiva. Seguiamo tante scuderie prestigiose tra cui la Scuderia Menichetti (parenti di Girolamo Menichetti, storico veterinario del Valdimontone n.d.r).

 

Quali sono secondo te le caratteristiche per essere un buon maniscalco?

"Secondo me innanzitutto bisogna farlo per molti anni. Io ho avuto la fortuna di collaborare con tanti maniscalchi eccellenti poi sicuramente bisogna trovare delle innovazioni. La mascalcia si è evoluta molto negli ultimi anni. Io sono stato per un periodo in America e, facendo molti cavalli da gruppo, devi seguire l'evoluzione. Adesso ci sono tantissimi tipi di ferrature che possono dare un vantaggio al cavallo. Ci sono delle misurazioni elettroniche, dei ferri che aumentano lo stacco: diciamo che in generale l'evoluzione del cavallo da corsa è impressionante".

 

Quanto è importante una buona ferratura per ottenere il massimo in una prestazione sportiva da parte del cavallo?

"La ferratura è importantissima. Innanzitutto non si può sbagliare: un vecchio maniscalco mi diceva sempre che il maniscalco più bravo è quello che sbaglia di meno. Se sbagli la ferratura ad un cavallo che deve fare un Palio o un Gran Premio è un problema: l'errore ci può stare ma deve essere ridotto al minimo. Il tipo di cavallo poi influisce molto: se hai un cavallo che ha dei problemi, non è che in un giorno puoi migliorarli".

 

Quando devi ferrare un cavallo, quali sono le variabili a cui guardi con maggiore attenzione per fare un buon lavoro?

"Intanto c'è da fare una premessa: ogni cavallo non può essere ferrato allo stesso modo. In prima analisi bisogna studiare il cavallo: io faccio sempre delle schede tecniche per ogni cavallo poi bisogna vedere come lavora il cavallo e se ha bisogno di più passaggi o meno passaggi. Infine il terzo aspetto da analizzare è dove corre: se si corre sull'erba c'è un tipo di ferro mentre sulla sabbia ce n'è un altro inoltre una ferratura per una corsa in provincia non può essere come una per le regolari. Bisogna quindi valutare il tipo di corsa, il tipo di cavallo e il tipo di terreno. Adesso noi ci siamo molto specializzate sulle resine: ce ne sono di tantissimi tipi. Io spesso anche sulla mia pagina Instagram pubblico video delle ferrature che facciamo". 

 

Per un tracciato come quello di Piazza del Campo, quale potrebbe essere secondo te una "buona ferratura"?

"Recentemente ho avuto la fortuna di ferrare il grande Remorex. Sono stato più volte da Massimo Columbu che è molto esperto del Palio. Sicuramente le ferrature del Palio dipendono molto da cavallo a cavallo. Sicuramente dei rampi dietro possono essere utili: ci vogliono ferrature che aiutano a "chiudere" il cavallo. L'importante è capire se il cavallo ha bisogno di passaggio quindi di non frenarlo troppo. Columbu mi dice sempre che Remorex è un cavallo che non ha necessità di essere chiuso perché ha tanto passaggio. Dipende anche da fantino a fantino: qualcuno preferisce più rampinato, qualcun altro meno. In questi casi ti devi comunque far aiutare da chi è esperto in quel campo: se un giorno avrò la possibilità di lavorare a Siena, sicuramente non farò di testa mia e mi farò consigliare. Il Palio poi va conosciuto e va vissuto

 

Tu hai una grande passione per il Palio..

"Sì, ce l'ho sempre avuta fin da piccolo e un mio grande cruccio è stato quello di non essere mai riuscito a trovare l'ingaggio in una contrada: mi piacerebbe dimostrare che sono in grado di lavorare anche nel Palio di Siena che è l'unico contesto che mi manca nel mio curriculum. Una sola volta sono contattato dalla Civetta ma mi trovavo in America".

 

Tu non ha mai fatto il maniscalco a Siena ma secondo te quanto è importante per un maniscaldo il lavoro di equipe durante i 4 giorni con il veterinario e il fantino?

"Tantissimo: io penso che i tuttologi non esistano ma che esista un team quindi è importante il lavoro di squadra con veterinario e fantino che è quello poi che quando scende da cavallo può sentire se il cavallo può andare bene oppure no, se ha bisogno di più passaggio o meno passaggio oppure se lo sente corto. Oggi ci sono molti veterinari esperti di Palio che conosco bene e che mi spiegano spesso quanto è importante in quei giorni la collaborazione".

 

Parliamo delle vittorie che avete ottenuto: quale è quella che ricordi con più piacere?

"Sicuramente quella con Omaticaya poi ho avuto la fortuna di ferrare tantissimi fuoriclasse come un cavallo che è andato in America e che è stato montato anche da Lanfranco Dettori. Abbiamo tantissimi cavalli e quindi anche le percentuali di vittoria aumentano".

 

Concludendo, c'è stato invece un cavallo che avete ferrato voi e che vi ha stupito in positivo come outsider?

"Sì, c'è stato un cavallo che ha vinto il Premio Parioli e che era allenato da un grandissimo allenatore: Daniele Camuffo".



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