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"Ho il rimpianto di non aver instaurato un rapporto con Aceto".
Tornano le interviste ai ragazzi che hanno calcato il tufo di Piazza del Campo. Oggi è la volta di Claudio Naldi detto Imolino, nato a Cinigiano (Grosseto) nel 1958. Corse tre Palii tra il 1987 e il 1994. E' figlio d'arte: il padre Imolo Naldi detto Falchetto corse 8 Palii negli Anni Cinquanta.
Claudio, innanzitutto un ricordo di tuo padre che è scomparso nel 1989: che cosa ti aveva raccontato della tua esperienza in Piazza?
"In realtà non mi hai mai raccontato molte cose di quando faceva il fantino. Nei suoi anni i fantini erano molto "giostrati" dai Capitani: a lui poi bastava correre il Palio a prescindere dalla Contrada che per lui era indifferente. Mi raccontava di quando correva insieme a fantini come Bazza e l'Arzilli nelle corse nei paesi del Monte Amiata e anche in altre zone come il romano dove si correva a pelo o a sella".
Tu quando hai iniziato ad avvicinarti ai cavalli?
"Ho iniziato quando avevo 17-18 anni e ho iniziato a comprare i primi cavalli. All'inizio mio babbo mi seguiva ma poi in pratica ho fatto tutto da solo. Diciamo che all'inizio giocavo a pallone e poi mi sono dato all'ippica".
Il tuo esordio in Piazza fu in occasione della Tratta del Palio del 16 agosto 1983 in cui montasti la purosangue Sharon di tua proprietà: raccontaci come andò
"Io nella mia testa volevo correre solo a Siena e quindi quell'anno montai in Piazza senza montare in provincia. Ero a digiuno di tutto e lì andai contro a quello che diceva mio babbo che sosteneva che non fossi pronto infatti poi caddi al Casato e mi feci anche male. Sharon era una buona cavalla, nel luglio del 1984 fece un buon Palio nella Civetta con Spillo. Quell'anno non era stata allenata per Piazza poi, in base a quell'esperienza, ho fatto altre cose".
Come arrivasti all'agosto 1985 quando corresti la quarta prova nella Tartuca?
"Dopo quella prima Tratta iniziai a montare in provincia mettendomi in evidenza. Ho corso il Palio a Bientina dove ho vinto tante volte e il Palio di Buti che ho vinto nel 1994. Ho corso poi a Calcinaia, Monteroni e Monticiano: in pratica iniziai a farmi conoscere. Di quella prima prova su Amore non ho molti ricordi. Ricordo che avrei dovuto montare Amore nella Tartuca nel luglio del 1988 ma lì preferirono montare Francesco Ticci".
Raccontaci un aneddoto di quando correvi in provincia
"Diciamo che io ho sempre cercato di fare le cose da me senza appoggiarmi ad altri fantini e in provincia ho sempre montato cavalli discreti. Mi ricordo che un anno a Monteroni d'Arbia andai addosso ad Aceto che aveva portato un bel cavallo pagato molti milioni. Io montavo un cavallo buono che avevo acquistato da Tristezza a Livorno e mi misi in testa di andare contro Aceto e di farmi vedere. La cosa mi riuscì ma purtroppo fui picchiato da alcuni ocaioli che erano insieme ad Aceto. Fortunatamente mi salvarono quelli del Samo di Fucecchio con cui avevo l'ingaggio".
Il tuo esordio sarebbe dovuto avvenire nell'agosto 1986 su Olympia Mancini nel Valdimontone ma purtroppo la cavalla si infortunò
"Sì, il Valdimontone mi seguiva anche se marginalmente perché come ti ho già detto io ho sempre voluto fare tutto da me senza appoggiarmi a nessun fantino big. Lì feci solo la terza prova perché le prime due prove avevano montato il Pesse. Purtroppo la cavalla si infortunò ma non stava già bene di prima. Fui comunque segnato in Comune con il soprannome di Imolino in onore di mio padre".
Nell'inverno del 1986 arrivò alla tua scuderia il grande Galleggiante
"Sì, fu acquistato da Ezio Nativi, il suo primo proprietario. Mi ricordo che andai a prenderlo in Sardegna e lo portai a casa mia a San Vivaldo (frazione del Comune di Montaione n.d.r). Dopo un mese, però, me lo portarono via. Siccome era molto riottoso, dopo un pò mi richiamarono per andare a montarlo a Pian delle Fornaci perché nessuno riusciva a montarlo".
Con Galleggiante facesti la Tratta nell'agosto 1987 e poi il Palio nella Tartuca
"Sì, per la Tratta ci caddi a San Martino e poi lui vinse la batteria. Nella Tartuca montai le prime due prove poi provarono Bonito da Silva e Truciolo che sarebbe dovuto arrivare al Palio. Venne fuori che i dirigenti della Chiocciola avevano pagato Truciolo per fare sì che succedesse confusione nella Tartuca ma in realtà fu lui che non ci voleva montare. A quel punto dopo la Prova Generale loro rimasero senza nulla: provarono a cercare Sebastiano Deledda ma era già a Grosseto alle corse. Io stavo andando a casa, mi vennero a prendere e mi portarono alla cena".
Come era il Galleggiante del 1987?
"Era un buon cavallo ma molto riottoso. Io in scuderia la mattina in allenamento lo montavo girato rispetto alla porta di uscita del box. Come lo giravo voleva uscire al trotto e dovevo farlo trottare per 15-20 minuti altrimenti non ci si ragionava. Il mio problema per la Tratta era quindi quello di montarci sopra e tenerlo lì. Avevo trovato l'escamotage montando dopo tutti gli altri, dopo che l'ultimo stava uscendo dall'Entrone. Io montavo, uscivo al trotto e arrivavo al canape trottando: a lui bastava questo perché non voleva essere subito soggiogato. Questo però con Truciolo non successe perché non lo sapeva e quindi mi ricordo che per le prove dava un sacco di problemi: addirittura dette anche una rampata al barbaresco della Tartuca. Dopo è diventato un campione".
Come andò quel Palio che di fatto fu quello del tuo esordio?
"Al primo Casato provai a buttare giù la Chiocciola mancandola per poco poi al secondo Casato caddi: il mio Palio di fatto finì lì. Da scosso poi Galleggiante andò molto forte e fu subito chiaro che era un cavallo da Palio. Nella Tartuca, anche in base a quello che gli avevo detto io, avevano capito da subito che era un buon cavallo, nonostante fosse all'esordio. Come successo ad altri fantini all'esordio, in quel Palio ci fu un momento io con cui ebbi un blackout e non ci capivo più niente".
Nel Palio del 2 luglio 1989 facesti due prove nel Bruco sull'esordiente Pytheos..
"Sì, lì mi aiutò il mio zio Baino che è rimasto sempre molto legato al Bruco. Mi ricordo che con Pytheos ho un record di tempo. Mi cronometrò un ragazzo della Torre con cui avevo fatto amicizia: sul giro lanciato feci 28 secondi. Mi ricordo che mi avevano detto di provarlo per un giro dopo il Casato poi lo fermai. Su Pytheos non ci voleva montare nessuno e mi ricordo che strusciai la gamba sinistra sul palco del Casato: aveva talmente tanta velocità che bisognava tenerlo bene in traiettoria. Montarono Bastiano che quando arrivò mi disse: "Vai via che ora arriva uno meglio di te". Dopo lo comprò il Pesse e iniziò a portarlo in provincia e ad adeguarlo alle curve".
L'anno dopo, nell'agosto del 1990, montasti la purosangue Mariolina nell'Onda.
"Lì fu un accordo preso, Mariolina non la voleva montare nessuno e feci tutto il Palio insieme a loro. Lì si intreccia la mia storia con Aceto che in quel Palio montava per la prima volta nella Torre. Quelli dell'Onda mi dissero che se avessi vinto mi avrebbero dato x soldi mentre se lo avessi buttato per terra mi davano x + x. Lì mi sentii per la prima volta che correvo il Palio. La cavalla la conoscevo bene e faceva emorragia. Quella Mossa durò molto, io ero alto e spingevo tutti in giù perché era la Torre era seconda, gli altri fantini mi dicevano di cambiare posto ma io volevo rimanere lì. In quel Palio non partì bene, Aceto cadde subito a San Martino e c'è una foto in cui io guardo se è andato in terra. Ero in terza posizione: davanti avevo Galleggiante nella Selva e Benito nel Leocorno. Al Casato poi la cavalla fece emorragia e purtroppo il mio Palio finì lì. Sono convinto che avrei potuto fare un bel Palio. Per quello che avevo fatto ai canapi presi poi un Palio di squalifica".
Nel Palio del 3 luglio 1992 facesti la prima prova nell'Aquila su Galleggiante che poi vinse il Palio con Aceto
"Con Galleggiante mi capitò spesso di fare la prima prova: la feci anche ad agosto quando era nel Bruco. Lì feci una bella Tratta poi per la prova avevo ordine di non fare niente perché sapevano già di avere la possibilità di montare Bastiano o Aceto. In realtà poi presi una bella partenza e feci una prova eccezionale fino al bandierino del primo giro. Misi un pò in difficoltà la dirigenza ma tutto finì lì. Io poi andai via ma Aceto non riusciva a partire. La dirigenza dell'Aquila mi richiamò chiedendomi di dare una mano alla stalla. Ad Aceto dissi una cosa che sapevo sul cavallo e guarda caso ci partì subito in testa. Aceto poi vinse il Palio del secolo secondo me. Io con la dirigenza dell'Aquila entrai più in rapporti: ci furono delle parole che poi furono mantenute in seguito infatti due anni dopo mi montarono. Gli avevo dimostrato che con Galleggiante, se non avessi detto quella cosa ad Aceto, forse non sarebbe andata in quel modo".
Come fu in quel Palio il tuo rapporto con il Re della Piazza?
"Vidi che mi ascoltava e mi accorsi che era un uomo di parola. Ho riconosciuto il mio errore di essergli andato contro in quella corsa a Monteroni di cui ho parlato prima e ho capito tardi che sarebbe stato meglio cercare di avere un buon rapporto con lui"
Nell'agosto del 1994, l'Aquila mantenne la parola e ti dette l'opportunità di montare Quarnero. Quello fu il tuo ultimo Palio.
"Lì Aceto corse due prove e avrebbe dovuto montare lui. Successe che poi Aceto non volle montare quel cavallo e chiamarono me. Come nel Palio di esordio, mi misi in testa di buttare giù al primo Casato la Pantera con Bucefalo ma non ce la feci e caddi. Peccato perché Quarnero era un buon cavallo anche se era stato castrato da poco e gli mancavano un pò di kili. La mia storia di Palio è finita così".
Dopo l'ultima prova nell'agosto 1995 nell'Aquila, ti cercò qualche dirigenza?
"No anche perché io sono del '58 e nel 1995 ero già abbastanza in là con gli anni. Smisi di correre in provincia ma continuai a correre in ippodromo perché ho la patente da gentleman. Io non cambierei nulla di quello che ho fatto però sicuramente ho pagato il fatto di non essermi mai appoggiato a nessuno. Il mio più grande rimpianto nel Palio è stato quello di non aver preso accordi con Aceto".
Un tuo personale ricordo di Galleggiante?
"L'ho tenuto io da sempre: sono andato a prenderlo poi per un periodo me lo avevano tolto e infine sono entrato in società con alcune persone della Tartuca che lo avevano comprato. L'ho tenuto a casa mia fino a che non è morto: sicuramente è stato il mio cavallo del cuore anche perché mi ha aperto tante strade".
Cosa ti ha lasciato il Palio?
"E' stata un'esperienza un pò traumatica perché non mi sono mai sentito considerato nel giusto modo. Dopo che ho smesso sono stato 10 anni senza venire a vederlo perché ci stavo troppo male. Ho anche tanti bei ricordi ovviamente".