¯ "Attese, speranze e sogni: Roberto Meniconi, Gaia Meniconi, Trikke e Rotegagiu" - La Voce delPalio
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Attese, speranze e sogni: Roberto Meniconi, Gaia Meniconi, Trikke e Rotegagiu


Attese, speranze e sogni: Roberto Meniconi, Gaia Meniconi, Trikke e Rotegagiu
19/04/2021

Nuova puntata della rubrica a cura di Lara Latragna.

Famiglia, passione e dedizione sono gli elementi principali presenti nella quinta intervista per la rubrica “Attese, speranze e sogni”. I protagonisti di oggi, Roberto Meniconi e sua figlia Gaia, vi parleranno di Rotegagiu e Trikke e le loro parole saranno in grado di regalarvi un vortice di emozioni che solo un rapporto così speciale, come quello tra padre e figlia o tra essere umano e cavallo possono creare.

1) Padre e figlia con una grande passione in comune: i cavalli. Com’è nata?

Risposta di Roberto: “La passione per i cavalli viene tramandata da generazioni nella mia famiglia. Il mio babbo aveva questa passione, quando era ragazzo montava a cavallo, e poi l’ha trasmessa anche a me sin da piccolo. Quindi questa passione c’è sempre stata: si nasce con questa passione. Da adolescente ho frequentato la scuderia di Remo Carli al tempo di Figaro quindi già da allora ho cominciato ad avere cavalli da corsa e iniziai anche ad allevare. Ho allevato per anni dei purosangue poi con l’ultima fattrice purosangue che ho avuto ho fatto qualche corsa a Capalbio, Sieno fino a quando non ho deciso di fare dei mezzosangue. I primi due li ho dati via e gli ultimi due (Rotegagiu e Trikke) li ho tenuti per me. Poi ho visto nascere tanti puledri e mi piace molto usare il termine spagnolo “creadoro” che letteralmente vuol dire “creador” e può essere affiancato alla parola “allevatore” perché l’allevamento è alla base di tutto. Poi la passione per il cavallo da Palio c’è sempre stata e secondo me -lo dico a mo’ di battuta- bisognerebbe “tornare indietro per poter andare avanti” ovvero bisognerebbe, dalla quantità di sangue inglese, fare veramente il mezzosangue avvicinandosi il più possibile al purosangue arabo. Dico questo perché per morfologia, per baricentro, per pastorali più corti, per appiombi sono cavalli più adatti al Palio. Anche il fatto che non allungano ma hanno un’azione corta li mette in condizioni di non farsi male perché il purosangue è un atleta al 100% ed è nato per correre in piste particolari e non nel tufo duro di Siena. Per me il cavallo è un animale meraviglioso: l’eleganza e la nobiltà ce l’ha nel sangue e si vede quando si muove, quando si atteggia. Io ho una biblioteca piena di libri sui cavalli e per esempio al tempo di Nearco, da quanto era bello, erano soliti chiamare le belle ragazze “Nearco”quindi l’eleganza, la nobiltà che ti dà il cavallo ce l’hanno pochi animali.”

Risposta di Gaia: “Per quanto riguarda me, sin da piccola, babbo mi sempre portata con lui a trovare tutti i cavalli che avevamo, anche più volte al giorno perché naturalmente due volte al giorno deve governarli e quindi spesso mi portava con lui. Di conseguenza, sin da subito ho avuto l’approccio con l’animale però diciamo che negli ultimi due anni la passione è aumentata, non so nemmeno io come: forse perché è cresciuta una consapevolezza del fatto che sono veramente degli animali molto belli che danno tanto all’uomo. Poi ho iniziato, qualche volta, con l’aiuto anche di babbo, ad approcciarmi a montarli in casa quando capitava. Diciamo che ho trovato un contatto maggiore con l’animale e in più, soprattutto con il nostro cavallo Trikke, ultimamente si sono fatte tante corse quindi sono andata all’ippodromo ho visto tutti i retroscena, la preparazione e la passione ha avuto modo di crescere sempre di più. Spero che resti e si mantenga viva anche perché fa parte della nostra famiglia ad esempio il nome di Rotegagiu è l’acronimo dei nostri nomi “Ro-berto, Te-resa, Ga-ia e Giu-lia” quindi è proprio una passione che accomuna un po' tutti quanti. Un’altra mia grande passione è la danza e trovo nel cavallo tante similitudini con questa disciplina, come ad esempio quando il cavallo si riposa con la gamba e lo zoccolo piegati: quasi sembra la punta di una ballerina e di conseguenza l’eleganza di questo animale mi affascina. Io sono novizia in questo mondo seppur da sempre ho avuto contatto con i cavalli e sono cresciuta con loro. infatti, anche quand’ero più piccola andavo all’ippodromo con mio nonno e il mio babbo prima ancora di andare a danza. Crescendo ho sempre fatto danza e per questo motivo non sono mai stata più di tanto dietro ai cavalli quand’ero più piccola. Adesso, avendo smesso , diciamo che anche un po' l’agonismo della danza, che ha fatto parte di me, lo ritrovo talvolta nelle corse dei cavalli. Parlare di passione è importante e per me questa passione sta ancora crescendo grazie a mio padre che da sempre me l’ha trasmessa e continua a trasmettermela. Mi auguro che possa essere mantenuta, mi piacerebbe in futuro anche poter fare un po' di scuola di equitazione se avrò tempo e modo.”

 

2) Come avete conosciuto Rotegagiu e Trikke e quando sono arrivati in scuderia?

Risposta di Roberto: “Questi due cavalli sono gli ultimi due puledri nati da noi. La mamma era una purosangue: April figlia di Kirkwall. Rotegagiu è nato nel 2010 ed è figlio di Mangho De Brugere: PSA che nel DNA ha cavalli importanti come Dormane, Saint-Laurent, Mandragore, Grabei: tutti capostipiti del purosangue arabo. Lui ha fatto delle gare di Endurance e anche degli arabi mi hanno chiesto di lui ma non gliel’ho dato perché ha questa grande capacità nelle lunghe distanze proprio perché il purosangue arabo ha una resistenza pazzesca. Lui, infatti ha iniziato a fare le gare da 30km fino ai 120km. Le prime gare le ha fatte con Leonardo Bellaccini. Poi ha fatto anche:
-Gara internazionale 120km a Pisa con Auzi Alfio, erano 250 partenti, piazzato 51°;
-Young riders a Franciacorta con Giulio Ricci 120km arrivato 11esimo
-Grosseto CEN B 90 Km con Claudia Bencini ha vinto la categoria e “premio best condition”
-120km a Montalcino con Bencini.
Mi ha dato grandi soddisfazioni, era una disciplina che non conoscevo mentre ora seguo anche questa ed è mollo bella. Questo è un vero mezzosangue che va molto più piano rispetto agli altri però è molto riflessivo, ha un’azione corta, ha il baricentro basso e sarebbe adattissimo secondo me per fare il palio se si trovassero “10 Rotegagiu” che vanno piano. Però ora si punta sulla velocità ed è un errore pazzesco a parer mio perché -come ho detto prima- per vari motivi, bisognerebbe tornare indietro.
Trikke, invece, è sempre figlio di April ma il padre (Marreri) è mezzosangue. È molto più atletico, assomiglia più al purosangue inglese. Morfologicamente sono tutti e due perfetti di appiombi però Trikke, a differenza di Rote, è molto più atletico, elastico e imponente come carattere. Non perché sono nati da noi ma ammetto che sono entrambi due bellissimi cavalli. Tra l’altro io sono molto “nature”e ho lasciato che entrambi nascessero nel nostro campo. A me piace vederli nascere da soli, non è mai successo niente. Una volta ho portato fattrice e puledro in un allevamento e ho perso entrambi così da lì ho messo una croce e preferisco seguirli da me. Io ho visto la nascita di uno di loro, mi ricordo che sono arrivato in macchina la mattina presto sono rimasto a guardare quello che è successo: sono sensazioni fortissime e io non sono intervenuto fino a quando il puledro non ha preso il primo latte e, dopo essersi sdraiato sono andato a medicargli l’ombelico e poi sono tornato a casa. Sono sensazioni forti, questa è passione se uno non le vede non le sente sembra si racconti barzellette ma chi è appassionato di cavalli sa che queste sono sensazioni forti.”

Risposta di Gaia: “Io mi ricordo solo della nascita di Trikke perché durante quella di Rote ero troppo piccina però ho proprio stampata in mente il ricordo della nostra fattrice di fiducia April e di Trikke. Ho ritrovato dei ricordi su Facebook delle foto che aveva appena un giorno ed era già scalmanato da puledrino. Sono entrambi nati da noi e sono fratelli della stessa mamma quindi siamo molto affezionati a loro anche per questo motivo: è tutto in famiglia.”

 

3) Parlateci un po' del vostro legame con loro

Risposta di Roberto: “I legami con loro sono particolari perché sin dalla nascita li ho sempre maneggiati e l’attaccamento è forte per entrambi. Rote è bravissimo come carattere. Trikke, invece, lo domai ma mi arrabbiai con una persona e di conseguenza lo misi al prato perché aveva un carattere un po' dominante. Poi decisi di portarlo da Eric Berlanda, un ragazzo che fa la doma dolce e pratica il metodo Parelli. Da quel momento il cavallo si è trasformato. Sono diventati entrambi due cavalli perfetti per essere allenati e lavorarci poi uno va più forte e uno più piano ma l’affezione è uguale. Sono come due figlioli diversi ma come diceva mio nonno “i figli sono come le dita delle mani: tutti uno diverso dall’altro” e così gli animali però ognuno ha il suo fascino.”

Risposta di Gaia: “Che i cavalli per babbo sono come due figlioli in più posso confermarlo anch’io infatti lui ha bisogno di vederli due volte al giorno e assicurarsi che stiano bene quindi vuole bene ai cavalli come ai figlioli e il legame con loro è molto forte. Per quanto riguarda me diciamo che sono molto affezionata a Rote perché durante il lockdown dell’anno scorso lui era giù nel nostro campo e io tutti i giorni andavo a trovarlo anche tre o quattro volte. In una situazione come quella dell’anno scorso dove siamo stati chiusi in casa tre mesi, avere un cavallo sotto casa, poi così affettuoso come lui, è stato quasi un palliativo, una terapia difatti quando babbo l’ha portato nell’altro campo mi è mancato molto mentre ora che è di nuovo a casa vado spesso a trovarlo perché mi rilassa stare col cavallo. Per quanto riguarda Trikke, il legame sta crescendo col tempo. Ho avuto modo di avvicinarmi anche a lui soprattutto durante le ultime corse che si sono fatte all’ippodromo trovando il coraggio di passeggiarlo da sola a corsa finita anche con altri cavalli intorno e superando un po' la paura dell’agitazione iniziale".

 

4) Pregi e difetti di ognuno

Risposta di Roberto: “Sono come i figli: vanno tutti bene e sono bravissimi. Rote è bravo ha un carattere freddo. Lui ha fatto 9 prove di notte e tutti quelli che lo hanno montato quando sono scesi hanno esclamato : “Ma questo fa tutto da solo”. E' un cavallo che sa leggere e scrivere, ha solo questo difetto: va piano perché è a fondo arabo. In più però lui- avendo fatto endurance- ha molta resistenza e, sia geneticamente, che strutturalmente è perfetto. Secondo me sarebbero cavalli ideali per fare il nostro Palio di Siena. Qui tutti dicono che la velocità non conta, che non è una corsa di cavalli ma una giostra e invece prendiamo dei cavalli che sono perfetti cavalli da corsa quindi, a parer mio siamo un pò in contraddizione. Trikke invece ha il suo carattere,infatti Rocco Betti che lo allena dice sempre: “E' come te, bisogna saperlo prendere”. Io sono uguale: se una persona mi sa prendere ti do il cuore, se tendi a prendermi a modo tuo reagisco male. Difatti il cavallo ha identificato anche le mie caratteristiche però se lo sai prendere ti dà tutto. Lui l’anno scorso durante l’unica corsa che si fece a Fucecchio è andato molto bene e arrivò secondo. Ha fatto molto bene: è bravo tra i canapi, non fa un verso, non tira un calcio, sta fermo impalato insomma ha tanti pregi per il discorso del Palio.”

Risposta di Gaia: “Anch’io vorrei aggiungere che per quanto riguarda Rote, lui è buono come il pane. È proprio affettuoso infatti su di lui ci sono salita un po' di volte e ricordo la prima volta che ci salii in cui lui si “piantò” letteralmente, e anche se gli davi colpi non camminava proprio perché capì che ero inesperta. È un cavallo che darei in mano anche a un bambino. Per quanto riguarda Trikke, io penso che sia proprio come ha detto babbo: ha il suo stesso carattere molto particolare. Non a caso lui nel mondo dei cavalli viene chiamato di soprannome “Trikke” e questo cavallo l’ha chiamato proprio come lui difatti quando sono accanto bisticciano. Quando è in corsa cambia radicalmente, diventa un altro cavallo: perfetto, preciso, tranquillo e buono. Ha la sensibilità di capire che è a lavoro e cambia caratterialmente. Alla fine sono due cavalli diversi e che allo stesso tempo si possono comparare: Rote ha più resistenza, è più massiccio mentre Trikke è più elegante e veloce.

 

5) Come hanno lavorato i cavalli in questo periodo?

Risposta di Roberto: “Trikke l’anno scorso ha fatto quello che si poteva fare. A quattro anni aveva già fatto tutto: Mociano, Monticiano e le Prove di Notte poi venne il mal di stinchi e l’ho tenuto al prato due anni. L’ho dato in allenamento a Rocco Betti, persona molto brava, preparata e predisposta all’ascolto degli altri. Ha la mente aperta e apprezza i nuovi metodi di allenamento. Inoltre segue tanto l’alimentazione e la cosa più importante: ha passione e dedizione per quello che fa. Lui ha trovato un bellissimo feeling con Trikke e insieme fanno una bella coppia. A me piace definirli “attenti a quei due” come il film, perché combineranno qualcosa insieme. Rote, invece, ha fatto anche l’anno scorso endurance e quest’anno ho ricominciato a montarlo qui a casa. Lo tengo al paddock perché -essendo un cavallo da endurance- e a maggior ragione se dovrà fare Mociano e Monticiano, avrà la necessità di stare fuori e tenersi sempre in movimento. Insomma: entrambi sono ben allenati. A parer mio il cavallo è nato per stare fuori e, anche 20 anni fa quando ero solito mettere i cavalli da corsa fuori nel paddock, mi consideravano matto; ora lo fanno tutti quindi vuol dire che i risultati ci sono e si vedono montando il cavallo tutti i giorni. L’anno scorso Trikke montava anche due volte al giorno perché è un cavallo forte e poi la sera andava a fare una passeggiata. Per dargli modo di imparare è importante montare i cavalli da Palio in campagna perché non “spianano i piedi”, c’è del duro, c’è la buca… invece ora quasi tutti i proprietari e i fantini hanno delle piste in sabbia. Quindi, se poi dopo le Prove di Notte o la Tratta, qualcuno manca è normale perché ha camminato tutto l’anno nel soffice invece il cavallo da Palio deve camminare tutto l’anno nel duro nelle vigne, per cui si fa un esercizio particolare che avrà dei vantaggi quando va in piazza.”

 

6) Aspettative e obiettivi per Rotegagiu e Trikke

Risposta di Gaia: “Per Trikke io spero che prima o poi riesca a correre il Palio perché credo che abbia delle grandi potenzialità e che sia un cavallo che al canape sa stare. Quando è a lavoro è bravo e veloce per cui punto molto su di lui. Anche negli ultimi anni in cui lo sta allenando Rocco è migliorato davvero tanto: personalmente un mio sogno sarebbe quello di vedere Trikke a una ipotetica futura Tratta e quindi, poi, successivamente all' assegnazione e, chissà, a correre il Palio. Per quanto riguarda Rote sinceramente mi piacerebbe vedere anche lui correre il Palio ma -come diceva babbo- forse dovrebbero un pò cambiare la tipologia di cavalli prescelti perché Rote va un pò più lento. Esclusa questa ipotesi, mi piacerebbe che continuasse, sia il percorso per il Palio che quello dell’endurance perché comunque è un cavallo versatile che può essere, sia un buon cavallo da piazza che da endurance: sarei davvero felice se continuasse entrambe le discipline.”

Risposta di Roberto: “Condivido quello che ha detto Gaia: gli obiettivi sono questi. Io poi sono malato di Palio quest’anno mi manca il cavallo in Piazza, la terra e non vi posso dire quello pensavo quando c'erano le Prove di Notte perché volevo prendere il cavallo e portarlo lì ugualmente. Avere il cavallo in piazza per noi senesi è una malattia.”

 

7) Quanto ancora bisogna crescere?

Risposta di Roberto: “Questa è una bellissima domanda infatti fa riflettere. In generale, secondo me siamo cresciuti anche troppo. Questa è la mia idea perché per il benessere dei cavalli è stato fatto tantissimo e siamo cresciuti sotto tutti gli aspetti. Però, come io dico spesso, bisogna ritornare indietro nella quantità di sangue per andare più piano. L’attitudine è basilare: è un dato di fatto il cavallo è un animale abitudinario: se si abitua a galoppare a Mociano e Monticiano poi andrà bene anche la Piazza. La Piazza stessa è una cosa diversa: ha tanti altri aspetti da valutare. Parlando di crescita, secondo me siamo arrivati a un livello altissimo. In generale i miei cavalli sono come tutti gli altri: sono ben curati, ben alimentati, hanno il dentista, l’osteopata, l'alimentarista, le analisi del sangue ecc… quindi sono degli atleti al 100%. Motivo per cui ribadisco e ci tengo a dire che che i cavalli da Piazza dovrebbero lavorare in campagna: questo è il mio pensiero. Quando avevo l'età di mia figlia seguivo la scuderia di Carli Remo dove c’era Figaro quindi ho imparato tante cose. Figaro, ad esempio, ha corso con i migliori purosangue: ha vinto solo una volta ma mi sembra sia arrivato otto o nove volte secondo. Era un cavallo con un'azione lunga però era fissato con la Piazza e al proprietario piaceva per cui la lo lavorava solo per la piazza. Figaro ha vinto solo una volta però per piazzarsi nove volte secondo vuol dire che era un cavallo che andava.”

Risposta di Gaia: “Io vorrei aggiungere qualcosa su Trikke. Nell’ultimo anno l’ho trovato tanto cambiato. Per me lui ha ancora tanto da fare però ha veramente fatto un salto enorme maturando come cavallo grazie anche alla doma di Eric e all’intenso allenamento del fantino Rocco Betti. Mi ha fatto davvero tanto piacere vederlo diventare adulto e spero presto di vederlo in Piazza”

 

8) Qual è il ricordo più bello che avete condiviso insieme?

Risposta di Gaia: “Uno è quando Rotegagiu ha fatto per la prima volta le Prove di Notte perché per la prima volta cavallo nato da noi ha varcato la Piazza e ha galoppato sul tufo. Mi ricordo ancora che feci tutta la nottata con uno spirito diverso perché di solito le prove di notte da contradaiola nella Lupa andavo a vederle con una certa leggerezza mentre quella volta percepivo un po' di tensione dato che correva per la prima volta un cavallo nato da noi.  Questo me lo ricordo benissimo: ero nel palco al Casato e fu bello vedere il mio cavallo perché ero fiera di poter dire che era lui. Poi, un secondo ricordo, per quanto riguarda, Trikke è quando l’anno scorso a Fucecchio il 25 luglio, Trikke si è piazzato secondo. Lì c'era anche la mia sorellina più piccola e mi ricordo che siamo state con l'ansia tutto il tempo. In cuor mio sentivo che avrebbe fatto una bella corsa e così è stato perché ha recuperato tantissimo. È partito bene e subito bene e poi dopo l'ultimo giro è passato arrivando secondo. Di conseguenza io e mia sorella, che eravamo dove stava tutto il pubblico, abbiamo provato a raggiungere nostro babbo che era dietro con Rocco e lo Mi ricordo che c'era uno della sicurezza che tentò, giustamente di ostacolarci e Babbo dietro col cavallo che diceva: “Sono le mie figliole, per favore fate entrare”. L’uomo della sicurezza vide che era veramente un momento da dover condividere e ci lasciò passare. Ci abbracciammo tutti e tre col cavallo ed è stato bellissimo, sia per la soddisfazione che per l'emozione provata.”

Risposta di Roberto: “Per me, essendo allevatore, il “creador” appunto, il ricordo più bello è la nascita. La nascita è una cosa pazzesca: se uno riesce nella vita a veder nascere qualsiasi animale vi assicuro che si prova una sensazione unica. Io allevo di tutto: polli, conigli, capre, oche. anche i miei genitori, ad esempio, avevano i buoi e ho visto nascere tanti vitelli. Per farla breve, ho visto nascere tanti animali e vedere il momento in cui da un essere vivente ne viene fuori un altro ti fa pensare tante cose, ti emoziona e ti dà di sensazioni fortissime. Bellissimo è quando poi dopo tutto pulito si alza e va a prendere il primo latte sono sensazioni da brivido. Ricordo ancora che la fattrice inizialmente ha cercato il posto più tranquillo. Era mattina presto e ha partorito. Di solito si fa partorire nel box ma il puledrino lì scivolerebbe invece li al secondo tentativo era già in piedi. La prima cosa che fece fu quella di cercare il latte e la mamma invece di lasciarlo mangiare piano piano, a passo lento fece tutto il giro del paddock insieme a lui per farlo muovere, farlo scaldare e allo stesso tempo stimolare anche le la respirazione del puledrino. Finito il giro, si fermò e lascio prendere il latte al puledro. Quando si attaccano a prendere il primo latte sono davvero sensazioni forti. Poi, come diceva anche la mia figliola, mi ha dato gioia sentire le galoppate di notte in Piazza.”

 

9) Attese speranze e sogni di Roberto, Gaia, Rotegagiu e Trikke.

Risposta di Roberto: “L’obiettivo principale -si sa- per noi senesi è la Piazza. Se poi dopo si farà endurance o altri obiettivi diciamo che prenderemo tutto quello che viene sperando vada tutto bene. Ci tengo a sperare che i cavalli non abbiano mai problemi, che siano sempre in perfette condizioni, che stiano bene perché se a volte c’è un pelo fuori posto io la notte non dormo. Mi auguro che entrambi facciano il proprio lavoro e raggiungano risultati ottimi perché hanno tutte le caratteristiche ottenerli, sia nel palio e nelle corse di provincia che nell’endurance. Infine,mi auguro che anche questa situazione del Covid finisca perché c’è già venuto a noia: in questo periodo io tutti i giorni abbraccio cavalli perché l'abbraccio con le persone non si può più fare e sia io e Gaia un abbraccio e una carezza al cavallo si danno sempre. È una cosa terapeuta non è una “bischerata”: vai lì e li abbracci anche se sei nervoso per lavoro o per lo studio. Quando vedi un cavallo che quando vai a governarlo ti nitrisce e ti viene incontro tutto elegante automaticamente ti passa tutto. Questa è terapia, sono sensazioni vere e quindi speriamo che non possano mancare mai.”

Risposta di Gaia: “Per quanto riguarda “attese speranze e sogni” mi dispiace per Trikke che -pur essendosi allenato molto e avendo fatto un sacco di miglioramenti . da due anni è fermo quando invece, andava sfruttata questa sua “onda” diciamo e questa energia. Spero di poter rivedere i Palii il prima possibile e di poter presentare Trikke al meglio. Poi volendo lui ha fatto anche varie corse all'ippodromo: è andato bene molte volte e quindi un'altra speranza sarebbe quello di vederlo vincere anche li. Per quanto riguarda Rote, vorrei in un futuro quando sarà pensionato tenerlo come il mio cavallo perché è molto buono e quindi mi piacerebbe averlo.”

 

Lara Latragna



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