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"Il lavoro etnografico sta producendo degli interessanti risultati".
Nel 2019 diverse articolazioni del ministero della Cultura, coordinate dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, hanno avviato un progetto di ricerca volto alla salvaguardia del Palio di Siena, strutturando un’azione collaborativa con le comunità e le istituzioni locali, proponendosi di contribuire alla cura del Palio, quale patrimonio culturale locale e nazionale allo stesso tempo, a partire da una comprensione del dispositivo festivo osservato dalla prospettiva degli attori sociali coinvolti. Il progetto, promosso dall’area funzionale “Patrimonio demoetnoantropologico e immateriale” della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale e dal Servizio VI – Tutela del patrimonio demoetnoantropologico e immateriale della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, è condotto in collaborazione con il Comune di Siena, il Magistrato delle Contrade, l’Università per Stranieri di Siena, l’Università degli Studi di Siena, l’Archivio di Stato di Siena. Queste istituzioni, assieme ad alcuni studiosi esperti del Palio, compongono il Comitato scientifico che segue il progetto.
In questo ambito, Katia Ballacchino, Professore Associato di discipline demoetnoantropologiche presso l’Università degli Studi di Salerno, con un importante curriculum accademico incentrato sullo studio dei dispositivi festivi tradizionali e delle comunità patrimoniali protagoniste, è stata incaricata di condurre una ricerca etnografica ai fini della documentazione degli elementi che costituiscono il patrimonio culturale demoetnoantropologico materiale e immateriale relativo al Palio di Siena e alle sue 17 realtà contradaiole. Con la consapevolezza che la densità culturale del Palio di Siena culmina, ma non si esaurisce, nei giorni della festa, il periodo di svolgimento della ricerca è stato individuato in un intero anno, poi prorogato in due anni per via della emergenza sanitaria dovuta alla pandemia. Si tratta di un’indagine sul campo di tipo immersivo, volta a documentare il vissuto e le rappresentazioni del Palio di Siena in ambito locale attraverso la produzione di interviste qualitative, l’osservazione e la partecipazione alle attività e ai vissuti quotidiani delle contrade e nei luoghi e nei momenti socialmente e culturalmente più significativi.
Il lavoro etnografico che, nonostante i limiti dovuti alla pandemia, sta producendo degli interessanti risultati, è seguito dal Comitato scientifico e in costante dialogo con i funzionari del MiC responsabili del progetto impegnati nell’individuazione, proprio a partire dagli esiti dell’indagine sul campo, delle più opportune prassi di tutela, salvaguardia e valorizzazione delle specificità del patrimonio culturale materiale e immateriale del Palio di Siena. Si tratta di un progetto importante e innovativo che rientra nella più ampia attività del MiC che ha ad oggetto il patrimonio culturale immateriale che, come prescrive l’art.7-bis del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs. 42/2004), si rivolge alle “espressioni di identità culturale collettiva”.
Fonte: www.agcult.it