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Cristian Demuro: "Un giorno vorrei fare un giro in Piazza del Campo"


Cristian Demuro:
21/06/2021

"Con mio fratello Mirco ho un bellissimo rapporto".

Dopo Andrea Atzeni, Frankie Dettori, Fabio Branca, Dario Vargiu e Umberto Rispoli, abbiamo il piacere e l'onore di intervistare un altro grandissimo top jockey italiano: Cristian Demuro, nato nel 1992 a Marino (Roma). La famiglia Demuro è molto conosciuta nel mondo dell'ippica: il padre Giovanni Battista Demuro è stato fantino e anche Mirko, fratello maggiore di Cristian, da tanti anni monta con profitto in Giappone. Nonostante la giovane età Cristian Demuro ha già ottenuto tantissimi successi in importanti corse internazionali. Tra questi ricordiamo il Prix de L'Arc de Triomphe (2020), 2 Prix du Jockey Club (2017,2019,) e 5 vittorie nel Derby Italiano (2015,2017,2018,2019, 2020).

 

Cristian, intanto parliamo del tuo recente successo al Derby di Galoppo: hai dedicato la vittoria a tuo padre ma anche ad Andrea Mari detto Brio. Che rapporto avevi con Brio?

"Andrea Mari non lo conoscevo proprio benissimo però l'ho conosciuto quando sono venuto a Siena per i giorni del Palio. Io ho dei parenti nella Contrada della Civetta e l'ho conosciuto così. E' stato un gesto soprattutto per mio papà (recentemente scomparso n.d.r) e anche per Andrea che era venuto a mancare pochi giorni prima".

 

La passione per i cavalli ce l'hai sempre avuta fin da piccolo da ti è venuta con il tempo?

"Si può dire che ce l'ho sempre avuta fin da piccolo. Praticamente sono nato in un box: tra mio papà e mio fratello è nata praticamente in famiglia".

 

Ti è mai capitato di montare a pelo?

"Sì, mi è capitato ogni tanto di farlo e devo dire che mi sono divertito molto. Non ho mai fatto dei palii, sia in Sardegna che in Continente". 

 

Sappiamo che vivi da molti anni ormai in Francia: come è la tua giornata tipo lì?

"Quasi tutte le mattine faccio molti lavori poi vado in ippodromo: passo quasi tutte le giornate così".

 

In Francia il settore ippico è sviluppato e in grande ascesa: cosa ne pensi?

"Sì, qui c'è tanta passione per il trotto ma anche per il galoppo: l'ippica in generale è vista molto bene".

 

Quanto ti ha arricchito dal punto di vista umano vivere da così tanto tempo all'estero?

"Tanto, sono arrivato qui e non parlavo una parola di francese. Mi sono dovuto rimboccare le maniche e ripartire da zero. La Francia è un bel posto, soprattutto per l'ippica. Mi sono integrato bene: sono contento".

 

Tra le tue numerose vittorie ce n'è una in particolare che ricordi sempre con maggiore piacere?

"Sicuramente l'Arc de Triomphe è la mia vittoria più bella anche perché è una delle corse più belle al Mondo".

 

Ci sono dei colleghi fantini che temi in particolar modo e che prima delle corse sai che ti potranno dare del "filo da torcere"?

"Sì, qui in Francia c'è Christophe Soumillon (jockey belga n.d.r) e poi sono molto ammirato da Frankie Dettori. Sono entrambi fantini al top e, più che temerli, li ammiro molto. Sono dei fantini ad altissimo livello e quando ce l'hai di fianco prima di una corsa sai che batterli sarà sempre molto difficile".

 

Tu detieni tuttora il record di vittorie (264) di corse in un solo anno in Italia.... 

"Sì, esatto. Lo feci nel 2012 poco prima di andare all'estero. Fu una grande soddisfazione anche perché era un obiettivo che mi ero dato all'inizio di quell'anno. Sono riuscito a battere il record di Umberto Rispoli che era arrivato a quota 245. Avevo puntato anche il record di vittorie europeo che era di 273 ma purtroppo quell'anno ho saltato alcune giornate perché l'Ippodromo di Napoli per un periodo aveva chiuso e quindi non sono riuscito a batterlo: peccato perché c'è mancato davvero poco. Qui in Francia il record è di Soumillon che è arrivato a 302 vittorie".

 

Prima di una corsa ti fai una sorta di piano su quello che dovrai fare oppure vai molto di istinto?

"Mi piace studiare le corse prima: guardo i rivali e, se non lo conosco, studio molto le caratteristiche del cavallo che dovrò montare. Me la preparo un pò prima ecco".

 

Mentalmente come ti approcci alla corsa?

"Devo dire che, dopo tanti anni di attività, riesco a mantenere una certa freddezza. Ormai quando sei abituato in questi tipi di corse ti viene tutto automaticamente".

 

Ci sono dei fantini del Palio attuali che ti piacciono particolarmente come stile di monta?

"Sicuramente Andrea era molto bravo ma anche Giovanni Atzeni lo è altrettanto: mi piace e trovo che sia un superfantino. Anche Carlo Sanna e Stefano Piras sono molto bravi".

 

Hai mai avuto l'opportunità di fare anche solo un giro in Piazza del Campo per le Prove di Notte?

"Purtroppo no perché nel periodo del Palio qui in Francia ci sono sempre delle corse ad esempio ad agosto c'è un meeting a Deauville infatti ultimamente non riesco più a venire. mentre quando ero ragazzino andavo sempre da mia zia e dai miei cugini. Un giorno mi piacerebbe provare a fare un giro in Piazza del Campo".

 

Nel caso che questo accadesse, ci sarebbe un cavallo che ti piacerebbe montare?

"I mezzosangue non li conosco molto bene però posso dirti che mi piace molto Remorex: è un bel cavallo".

 

Hai qualche rimpianto per la tua carriera fino ad ora o sei soddisfatto?

"Sono soddisfatto, l'unico rimpianto è stato lasciare l'Italia per avere nuovi stimoli. Alla fine devo dire che misurarmi in una realtà diversa è stato un bene. Sarebbe bello che l'ippica italiana potesse tornare ai fasti di tempo".

 

In futuro potresti ritornare in Italia?

"Mi piacerebbe molto ma occorrerebbe che la situazione dell'ippica italiana tornasse come era prima. L'Italia è casa mia".

 

C'è una corsa che non mai vinto finora e che ti sei dato come obiettivo di vincere in futuro?

"Sicuramente l'Arc: anche se l'ho già vinto è una corsa talmente importante che ci si prova tutti gli anni a vincerla. Spero di poterla rivincere: per me è la corsa più importante al Mondo, la metto in cima a tutte".

 

Com'è il rapporto con tuo fratello Mirco?

"Abbiamo un rapporto bellissimo, lui ha 13 anni più di me e mi ha fatto un pò anche da papà. Quando ho iniziato lui montava sempre in Italia e mi dava tanti consigli. In ippodromo c'era rivalità anche perché ho sempre voluto batterlo".

 

Pensi mai a quando sarà il momento di smettere di fare il fantino?

"Per adesso no e spero che sia il più lontano possibile. Mi piacerebbe fare l'allenatore o comunque rimanere nel mondo dell'ippica". 



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