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A cura di Nicola Nunziati.
Riccardo Guasco, nasce ad Alessandria , il 13 Marzo 1975. Può e deve essere considerato un illustratore al pari di Duilio Cambellotti, che nel 1932 pubblicò il libro “le contrade di Siena”, illustrando le 17 consorelle attraverso uno stile unico. Guasco si ispira a uno dei movimenti italiani più belli e a mio avviso meno apprezzati della Storia dell’Arte: il futurismo, capace di rendere quel dinamismo e velocita’: tematica tanto cara ai fondatori del movimento. Le altre influenze sono quelle cubiste nelle quali il vero protagonista è il colore.Tavole, opere ricche di una tavola cromatica esaltante con composizioni armoniose dove i tratti non si sovrastano e rendono una fruibilità immediata allo spettatore, come nel contesto illustrativo e quello pubblicitario. Guasco, anch’egli, come il "collega" del cencio di Luglio, è un artista di fama mondiale, realizzando illustrazioni per campagne pubblicitarie: riviste, libri e collaborando con aziende come Tim e Diesel, solo per citarne alcune.È tra i fondatori di INCHIOSTRO FESTIVAL, evento culturale che si svolge ogni anno dal 2013 e che unisce maestri dell’espressione grafico-visiva con performance, dibattiti e convegni.
Il Palio onirico di Guasco
Un Cencio, ovviamente diverso dal suo predecessore, i toni chiaro/scuri lasciano spazio a un cromatismo eccezionale che inebria lo sguardo al contradaiolo; la forza dell'opera si potrebbe "riassumere" nella sua tavolozza e nella complessa costruzione geometrica, le linee accompagnano la visione, come spesso accade dal basso verso l'alto: quell'ambito spazio celestiale, qui mutato in un cosmo.
L'universo Senese, unico nel suo genere, tanti pianeti, come le contrade, i barberi, gioco che fin dall'infanzia si scorge nei vicoli della citta' e accompagna di generazione in generazione l'appartenenza alla propria contrada.
Questo connubio, ha la stessa sagoma, a mezza luna, anche nella parte sottostante, quello della Piazza del Campo, riconoscibile dal suo profilo e dalle sue sfaccettature: un gioco infinito, dettato dalle forme e dalla sua sottile quanto profonda metafora.
Un Cencio che richiama tanto alle tradizioni Senesi.
Nella parte basse del Cencio, i colori sono quelli iconici della terra, battuta dai cavalli che giungono verso di noi, tre barberi, ricordano i tre Terzi della Citta'. Sono equini che pur risultando statici, la loro trasparenza ci consente una visione dinamica; sono loro i protagonisti, predominano lo spazio, una perfetta prospettiva con i suoi punti di fuga (ironia della corsa), mette in risalto il primo cavallo che giunge al bandierino, l'unico che mostra il suo sguardo, un occhio sbarrato ci trasmette la sua energia e la foga che ne seguira'.
La parte centrale si conclude con il Palazzo Comunale, la Torre del Mangia accompagna il maestoso cavallo, facendo da trait d'union verso l'alto, il celeste, l'eterno.
In questa zona si erge la Madonna, completamente sospesa in cielo, con le braccia al petto in segno di preghiera: un profilo elegante, con un ammiccante sorriso, gia' consapevole di chi rendera' grazia la sera del 16 Agosto ed una aureola simile ad un Sole, come un grande sistema solare, dove tutto ruota attorno alla Assunta, principio della festa e conclusione di questa annata paliesca; si ripete, questa necessita' di infinito, nella struttura, nei colori, nei richiami metaforici.
Un'opera dal richiamo classico, dalla costruzione moderna e dalla realizzazione contemporanea, gli elementi riportati sono quelli essenziali, cari al maestro Guasco, risulta infatti come un grande "cartellone pubblicitario", capace di raccontare con le sue figure la giostra del Palio.
L'altra grande capacita' del cencio è la facolta' di trarne ognuno il proprio "segno", come un gioco personale per carpirne il destino, e finalmente urlare "DACCELO !!! "
Nicola Nunziati